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Il piano di Berlusconi: costringere Renzi a votare a maggio con il Consultellum

Oltre le elezioni regionali, ecco cosa c'è dietro la strategia del Cav., sospeso tra Renzi e Salvini. Da un Matteo all’altro, dal Matteo di Firenze al Matteo di Milano. Che senso ha la strategia di Berlusconi? E’ solo tattica? E’ solo astuzia? E’ solo un modo di rinegoziare il patto? Forse c’è qualcosa di più.

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Da un Matteo all’altro, dal Matteo di Firenze al Matteo di Milano. Che senso ha la strategia di Berlusconi? E’ solo tattica? E’ solo astuzia? E’ solo un modo di rinegoziare il patto? Forse c’è qualcosa di più. Il capo di Forza Italia, sempre alla ricerca di un equilibrio costante tra ciò che gli suggerisce la testa (Renzi) e ciò che gli suggerisce la pancia (Salvini), proverà naturalmente fino all’ultimo a rinegoziare per come possibile alcuni punti del patto, magari dando un sostegno in qualche modo alla legge elettorale, per evitare che il Pd sia tentato dal rivedere il capitolo preferenze e il capitolo capilista, ma dietro la strategia di Berlusconi oggi si indovina un disegno chiaro che non si lega soltanto alla partita delle elezioni regionali, quando Forza Italia dovrà necessariamente spostarsi verso la Lega per evitare un cappotto a maggio, ma si lega a un progetto più definito: costringere Renzi ad andare a votare con il Consultellum a maggio.

 

L’idea di Berlusconi è questa: senza l’appoggio di Forza Italia, le riforme renziane non tengono; e se le riforme renziane non tengono, Renzi sarà costretto, per non vivacchiare, ad andare a votare a maggio. A maggio la riforma elettorale non sarà in vigore e si voterebbe con la legge uscita dalla Consulta. Proporzionale puro. E quel punto, chissà, il patto del Nazareno rischierebbe allora sì di diventare un vero patto di sistema.

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