Quel comune inglese commissariato per aver coperto i pedofili in nome del pol.corr.

Giulio Meotti

“Cose terribili sono avvenute a Rotherham”. Inizia così, come in una fiaba, il rapporto Casey del governo inglese, che finalmente scrive la parola fine sulla tragedia vissuta dalla città di Rotherham, nello Yorkshire, dove tra il 1997 e il 2013 1.400 ragazzini, anche di dieci anni, sono stati vittime di abusi sessuali.

Roma. “Cose terribili sono avvenute a Rotherham”. Inizia così, come in una fiaba, il rapporto Casey del governo inglese, che finalmente scrive la parola fine sulla tragedia vissuta dalla città di Rotherham, nello Yorkshire, dove tra il 1997 e il 2013 1.400 ragazzini, anche di dieci anni, sono stati vittime di abusi sessuali. Una gang, proveniente dalle comunità asiatiche di fede islamica, ha stuprato e picchiato centinaia di bambini, mentre le autorità cittadine si tappavano gli occhi e le orecchie, pur di non sembrare “razziste”.

 

“Ho trovato un’amministrazione locale incapace di ammettere la realtà”, scrive la funzionaria governativa Louise Casey, che ha chiesto e ottenuto il commissariamento del Rotherham Council. Il rapporto Casey parla di “una cultura fatta di bullismo, sessismo e political correctness”. Il ministro per le Autorità locali, Eric Pickles, alla Camera dei Comuni ha annunciato l’amministrazione straordinaria del comune e tre figure di spicco della città si sono già dimesse. Si tratta del council leader Roger Stone, dell’amministratore capo Martin Kimber e della direttrice dei servizi per l’infanzia Joyce Thacker.

 

Secondo la Bbc, “siamo di fronte alla più grande inchiesta pubblica della storia britannica”. Il rapporto Casey ha scoperto che gli uomini, tutti di origine pachistana, sono stati autorizzati ad abusare centinaia di giovani ragazze e ragazzi bianchi perché il personale del Consiglio comunale “era terrorizzato di essere etichettato come ‘razzista’ se avesse affrontato i crimini sessuali”.

 

La scorsa estate, un altro rapporto governativo del professore Alexis Jay aveva spiegato che le vittime della pedofilia erano state tradite da “chi aveva il compito di salvaguardare il loro benessere”. Casey adesso parla di “un clima malsano in cui le persone avevano paura di parlare” a causa dell’identità dei colpevoli degli abusi sessuali. Alcuni rappresentanti dell’establishment laburista, che finora ha governato il comune di Rotherham, hanno già fatto mea culpa. Come il politico Denis Mac-Shane, che ha detto di non aver voluto indagare perché, “da lettore del Guardian e liberal di sinistra”, aveva paura di “affondare il barcone multiculturale”.

 

[**Video_box_2**]Rotherham, infatti, è uno degli epicentri del multiculturalismo britannico, una delle città che ha dismesso le festività natalizie e dove le scuole pubbliche, al posto del tradizionale tacchino natalizio, hanno pensato bene di servire pollo “halal”, islamicamente corretto. E un anno fa, proprio il municipio di Rotherham aveva tolto l’affidamento di tre bambini ai genitori criticando la loro appartenenza politica. Erano iscritti all’Ukip. Gli assistenti sociali, gli stessi che hanno per anni coperto gli abusi sessuali sui minori, hanno detto alla famiglia che i piccoli non potevano stare in “un ambiente potenzialmente razzista”. La stessa mentalità li aveva portati a coprire la pedofilia. Immaginiamo cosa sarebbe successo se i colpevoli fossero appartenuti al clero cattolico.
Il quotidiano Daily Mail e altre testate conservatrici accusano adesso i media progressisti, a cominciare dalla Bbc, di aver “ripulito” la notizia degli abusi sessuali. Il quotidiano Times chiede invece le scuse dei politici, visto che il giornale londinese era stato il primo a pubblicare documenti che dimostravano il silenzio, se non la complicità, dei servizi sociali e della polizia di Rotherham. La classe politica parlò di una inchiesta motivata dalla politica da parte della “stampa di Murdoch”.
E’ stato, invece, un gigantesco sabba multiculturale.

 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.