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In India il partito del Congresso chiede a Modi di esporsi sul caso dei marò

Redazione

Finora il governo è rimasto in silenzio sul caso dei fucilieri italiani. Il gruppo politico dell'opposizione pressa: "Latorre deve tornare".

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Lo scontro diplomatico tra Italia e India sul caso marò potrebbe acuirsi ulteriormente qualora Massimiliano Latorre, il fuciliere sottoposto lunedì a un intervento chirurgico al cuore a Milano, non tornasse in India. Ne sono convinti leader e deputati indiani del Partito del Congresso, all'opposizione in India, che adesso chiedono al governo la "linea dura" in modo che il processo ai due fucilieri del battaglione San Marco cominci immediatamente e senza ulteriori rinvii. "Il governo deve agire contro l'Italia: dovrebbe mettergli pressione per il ritorno in India di Latorre in modo che i due possano presto andare a processo", dice Rashid Alvi, portavoce del Partito del Congresso.

 

Sulla stessa linea Choudhary Munawwar Saleem, eletto dal Samajwadi Party - un partito di ispirazione socialista basato soprattutto nell'Uttar Pradesh - nella Rajya Sabha, la 'camera alta' del Parlamento indiano, il quale aggiunge: "Adesso è arrivato il momento che il governo agisca. Il popolo indiano vuole giustizia per i pescatori che sono stati uccisi dai due miliari italiani. Il governo deve prendere una posizione ferma per il ritorno di Latorre". Non solo: alcuni deputati dell'opposizione indiana sono convinti che proprio la posizione "morbida" adottata dal governo del premier Narendra Modi abbia ulteriormente complicato la situazione e consentito al governo italiano di "dettare" le sue regole. "Il premier Narendra Modi aveva spesso attaccato il governo precedete, guidato dal Partito del Congresso, sulla questione dei due marò italiani: ora e' il momento che agisca. Finora il governo non ha preso alcuna posizione sulla questione, il che conferma la debolezza del governo del premier Modi", sostiene Digvijay Singh, anche lui deputato del Partito del Congresso.

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