Marine Le Pen e Florian Philippot (foto AP)

Il cerchio magico di Marine

Mauro Zanon

Si può avere vent’anni, andare alla Sorbona, studiare filosofia e votare Front national? Chiedetelo a Gaëtan Dussausaye, leader della giovanile frontista e volto simbolo della “generazione Philippot”, dei giovani gollisti che si identificano nella figura del vicepresidente del Fn, Florian Philippot.

Parigi. Si può avere vent’anni, andare alla Sorbona, studiare filosofia e votare Front national?  Chiedetelo a Gaëtan Dussausaye, leader della giovanile frontista e volto simbolo della “generazione Philippot”, dei giovani gollisti che si identificano nella figura del vicepresidente del Fn, Florian Philippot, l’“uomo che mormora all’orecchio di Marine”. Gaëtan è un sarkozista deluso figlio della borghesia parigina, che si è avvicinato al Fn, come la maggior parte dei suoi coetanei, in concomitanza con l’ascesa di Marine Le Pen. E’ il fiore all’occhiello di quella gioventù Blue Marine su cui la presidente sta investendo maggiormente per bonificare il partito dai sovrappiù del passato e dimostrare che ora il Front non è più uno stuolo di infrequentabili come certi media vogliono ancora far credere.

 

Per rivoluzionarsi ci vogliono anche i fondi e non ci sono dubbi che da quella Russia che ha già rimpinguato le casse del Front national con nove milioni di euro – tramite la First Czech Russian Bank, istituto bancario vicino al Cremlino – arriverà il principale supporto per la cavalcata di Marine verso l’Eliseo. Non è un amorazzo quello tra la leader frontista e il presidente russo Vladimir Putin, legato esclusivamente a una convergenza di vedute sul piano politico in chiave anti Bruxelles. Ma un amour fou che comprende un progetto molto più ampio e ambizioso. Con l’“oro di Mosca”, Marine e i “black friends” di Putin – così l’Economist, qualche tempo fa, ribattezzò i leader euroscettici affascinati dalla leadership forte e carismatica del presidente russo – potrebbero puntare a scalare i rispettivi paesi e a rompere una volta al vertice il giogo di Bruxelles. Tuttavia, degli “amici neri”, la sola ad avere attualmente qualche possibilità di riuscita è proprio Marine Le Pen. Non solo perché è stata l’unica, finora, a ricevere finanziamenti dalla Russia, e non è escluso, anzi è molto probabile che ne pioveranno ancora, ma anche perché gli ultimi sondaggi lanciano il suo Front national al primo posto in vista delle presidenziali francesi. Dietro il consolidamento dell’asse Parigi-Mosca, ci sono le manovre del nuovo cerchio magico di Marine, guidato dal vicepresidente Florian Philippot e dal consigliere per gli Affari esteri Aymeric Chauprade, colui che è anche all’origine della recente virata meno anti Israele del Front national.

 

Lunedì, la presidente frontista ha pubblicato i documenti che certificano il rifiuto delle banche francesi di rilasciare un prestito al suo Front, ma non ha ancora reso pubblici i propri contratti di finanziamento in Russia. Ufficialmente è Chauprade ad aver lavorato di ricamo con l’eurodeputato frontista Jean-Luc Schaffhauser per ottenere il prestito di nove milioni di euro –  altri due milioni erano stati versati al Fn ad aprile, da una società cipriota di proprietà di Yuri Kudimov, ex agente del Kgb, riciclato nella banca statale russa Veb Capital. Ma secondo gli ultimi aggiornamenti del sito d’informazione Mediapart, Marine si sarebbe servita di “una galassia di intermediari e oligarchi” molto più ampia.

 

Il network internazionale che la Le Pen tesse attraverso i russi e i suoi partner europei è stato determinato anche da un nuovo assetto dentro al suo partito. Il nuovo Front sono loro: Gaëtan Dussausaye, direttore del Front national de la jeunesse; David Rachline, ventisette anni, diventato lo scorso settembre il più giovane senatore della storia di Francia; Pierre Ducarne, ventidue anni, capolista Fn a Nancy alle ultime elezioni municipali; Marion Maréchal-Le Pen, ventiquattro anni, l’astro nascente del Fn, nonché la più giovane eletta all’Assemblea nazionale. Nel Front ringalluzzito dalla cura marinista, i giovani hanno grandi responsabilità e le possibilità di carriera sono più ampie rispetto alle formazioni tradizionali. Chi merita sale, come l’ormai famoso Florian Philippot, semplice militante nel 2010, oggi braccio destro di Marine.

 

[**Video_box_2**]O come appunto Gaëtan Dussausaye, a soli vent’anni eletto membro dell’ufficio politico del Fn, luogo considerato come il vero centro decisionale del partito. Il congresso di Lione, al di là dell’elezione plebiscitaria di Marine e dell’incoronazione della giovane Marion come futura stella della droite, ha sancito il trionfo del “marinismo”, della destra garbata, “dediabolizzata”, del Fn 2.0 e dei suoi attori. Uno su tutti: Nicolas Bay, l’eminenza grigia di Marine, l’“homme du terrain” che ha scalato discretamente i gradini del Front. Eletto segretario generale del partito a soli trentasette anni, è lui il principale artefice del successo rimediato alle municipali e del consolidamento dell’apparato frontista a livello locale – l’Express lo ha ribattezzato il “Vrp” del marinismo, il commesso viaggiatore. La rupture più significativa con la vecchia guardia frontista si è registrata nell’elezione dei membri dell’ufficio politico. E’ lì che l’organigramma del partito ha subito un vero scossone, e i “camarades” un sonoro schiaffo. I sodali di Bruno Gollnisch, jeanmarinista di ferro, sono infatti passati da dieci a quattro. Ma a tenere buona la base storica del partito, quel sud-est tradizionalista e nostalgico delle colonie che vede di cattivo occhio la sterzata gollista impressa da Philippot c’è comunque la bionda Marion: è lei la portabandiera dell’“aile droite”, l’anima liberal-conservatrice e cattolica del Fn. Marine sa bene che la sfida principale da qui al 2017 sarà appunto quella di far coesistere pacificamente la “linea Philippot” e la frangia conservatrice rappresentata da sua nipote. Il vicepresidente del Fn si è finora mostrato indifferente sui temi etici, la giovane Le Pen invece ha molto a cuore le battaglie della Manif pour tous ed è consapevole di come l’esporsi o meno possa muovere milioni di voti. Ma intanto, dopo l’annuncio del raddoppio dei tesserati in poco meno di un anno – sono attualmente 83.000 – Marine si gode la sua ascesa anche sul web – ha da poco superato Hollande, diventando la seconda personalità politica preferita dai francesi, un po’ per merito dell’iperattività social-smanettona del nuovo corso, un po’ per il neonato social network per soli frontisti, Les Patriotes. “Non ci sono dubbi che saremo al secondo turno delle elezioni del 2017”, ha assicurato la presidente del Fn.

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