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Nuovi raid misteriosi a Tripoli. E gli islamisti prendono l'aeroporto

Redazione

L'Egitto smentisce coinvolgimento. I morti sarebbero almeno 15.

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Quello avvenuto nella giornata di ieri a Tripoli è il secondo misterioso raid aereo che ha preso di mira le postazioni filo-islamiche. Eppure, le milizie di Misurata che sostengono il governo sono riuscite ugualmente a conquistare l'aeroporto internazionale della città, sferrando un duro colpo alle autorità di Tripoli.

 

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Il bilancio dei raid è di almeno 15 morti, incerto quello della battaglia per lo scalo, al centro da settimane di combattimenti con armi pesanti. Il paese è al collasso, e preoccupa la comunità internazionale, Italia in testa, con il premier Matteo Renzi che ha definito la questione una sfida che l'Ue deve essere in grado di affrontare. E il conflitto ha aperto le porte al fiume di migranti che fuggono dalle guerre africane e medio orientali, con il Mediterraneo che oggi registra una nuova strage, si temono oltre 170 morti nell'affondamento di un barcone. L'instabilità interna, hanno scritto i media locali, sta poi causando il collasso delle aziende straniere, "comprese le 200 italiane", che punterebbero a ottenere fondi di garanzia dai rispettivi governi. Il Parlamento, 'esiliato' a Tobruk dopo la proclamazione del 'Califfato' islamico a Bengasi, città dove si sarebbe dovuto riunire, avrebbe deciso di silurare il capo di Stato maggiore dell'Esercito, in un estremo tentativo di serrare i ranghi e consolidare la propria autorità. Dimissionato anche il ministro della Difesa, accusato di aver armato milizie irregolari al suo comando.

 

I raid secondo i miliziani di Misurata - schierati con l'operazione "Alba" contro i rivali di Zintan - hanno colpito una sede del ministero del ministero dell'Interno, in precedenza conquistato dalle stesse milizie, e altri obiettivi, nella zona sud della capitale. Anche questo secondo raid, dopo il primo scattato nella notte tra domenica e lunedì, sempre colpendo postazioni di Misurata, è stato rivendicato da Khalifa Haftar, l'ex generale e ora 'signore della guerra' che ha lanciato una propria offensiva anti-islamica nell'est del Paese. Tuttavia, l'aviazione libica non è nelle condizioni di utilizzare i propri caccia in operazioni notturne e lanciare raid dall'est del Paese comporterebbe rifornimenti in volo. Alcune fonti militari hanno affermato, dopo le accuse a Francia e Italia di essere dietro ai raid - prontamente smentite da Parigi e Roma - che si tratta di "aerei dati in prestito", da utilizzare in chiave anti-jihadista. Tra le ipotesi più probabili resta il coinvolgimento di Algeria ed Egitto.

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