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Brasile tra gioia e shock per Neymar, la Germania non parte sfavorita

Pierluigi Pardo

Non può essere una felicità piena quella dei duecento milioni di brasiliani che hanno visto la loro squadra ritrovarsi e realizzare l'obiettivo, il 2-1 alla Colombia che li porta tra le prima quattro del mondo, ma sanno che il futuro è adesso pieno di nuvole.

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Sospesi tra la gioia per la semifinale mondiale attesa da dodici anni e lo shock per l'infortunio di Neymar. Non può essere una felicità piena quella dei duecento milioni di brasiliani che hanno visto la loro squadra ritrovarsi e realizzare l'obiettivo, il 2-1 alla Colombia che li porta tra le prima quattro del mondo, ma sanno che il futuro è adesso pieno di nuvole, come quelle che improvvise, a sera, dondolano tra il Morro di Urca e il Pan di Zucchero, avvolgendo la spiaggia di Botafogo e sfiorando il Cristo Redentore del Corcovado, illuminato di verde e oro.
 
Un'ora dopo il fischio finale infatti, il medico della Selecao, Ricardo Lasmar, conferma i peggiori presagi e spezza in un attimo l'allegria di un Paese che stava scoppiando di gioia. Elicotteri e fuochi d'artificio, traffico folle, il rumore dei botti, i clacson isterici. Il referto è freddo e professionale: "frattura trasversale della terza vertebra lombare". Traduzione:  tra i quaranta e i sessanta giorni di stop, nessuna operazione da fare e nessun rischio per la carriera, solo molto dolore.
 
Quello fisico, tremendo, per la botta presa da Zuniga al minuto 87, ma soprattutto quello dell'anima. O'Ney è certamente il giocatore più importante della Selecao, il crack, la differenza. Quattro gol in questo Mondiale (doppiette a Croazia e Camerun), 35 in Nazionale ad appena 22 anni e i complimenti del Fenomeno appena incassati. "E' un giocatore pazzesco, così giovane riesce a rispondere benissimo alla tremenda pressione che c'è su di lui" aveva detto Ronaldo soltanto poche ore prima del calcio d'inizio con la Colombia.
 
Adesso Scolari deve fare il miracolo. La qualità degli altri attaccanti è poca e dietro c'è il problema numero due, che complica l'appuntamento con la Deutsche Mannschaft (che intanto ha vinto "alla tedesca", di forza, contro la Francia). Thiago Silva non ci sarà. Squalificato per la seconda ammonizione, ingenua, rimediata ostacolando il portiere Ospina.
 
Con Neymar infortunato, Thiago squalificato e Scolari che non si sente troppo bene martedì a Belo Horizonte occorrerà l'impresa. Potrà essere utile lo spirito di David Luiz, che contro la Colombia ha segnato il secondo gol pesante in questo Mondiale, con una strepitosa punizione spacca-porta. Soprattutto David è l'anima di questa squadra, trascinatore, leader nato. Eccezionale per la spinta che sa dare ai compagni e tenero al fischio finale quando abbraccia e rincuora James Rodriguez, fin qui capocannoniere con 6 gol ma fuori dalla Coppa. Orgoglio e occhi lucidi. Sognava di festeggiare il suo 23esimo compleanno alla vigilia di una storica finale Mondiale per la sua Colombia. Quel 12 luglio sarà in vacanza invece, a guardare una tra Brasile e Germania.
 
I ragazzi di Loew non partiranno sfavoriti a Belo Horizonte, martedì. Sotto al cielo di Rio, al Maracanà, nel quarto di finale contro la Francia hanno portato la loro solita, minuziosa dedizione. La forza fisica e la compattezza. E' una  Germania meno spettacolare di quella che aveva centrato le semifinali nei mondiali precedenti (è la quarta consecutiva, record assoluto), ma più solida. Trova il gol di Hummels e lo difende soprattutto grazie a Neuer che sembra un muro maestro. Incrollabile. Schurrle si divora due volte il gol del 2 a 0, ma è solo un dettaglio. Benzema tira mille volte, Griezmann si incarta, Pogba non trova una giornata brillante, Deschamps si agita molto, i tifosi in tribuna (uno su quattro, numeri alla mano, dovrebbe aver votato Front National), cantano a palla la Marsigliese. Non basta. La Germania ha l' X Factor, il dna di chi è costruito per vincere, il Vorsprung durch Technik che adesso mette paura a Felipao.
 
Di là invece Olanda e Argentina devono guadagnarsi la pagnotta contro Costarica e Belgio. Il Murales storico di Santa Teresa, quartiere di case liberty e laboratori di artisti nel cuore di Rio raffigura un Messi in lacrime vicino al tram carico di euforici giocatori brasiliani.
 
E' il sogno di un Paese, che, con o senza Neymar, ha in testa progetti interessanti per il prossimo weekend. Intanto oggi si siede in poltrona, e gufa.  
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