Giro di Foglio
I segreti della cronometro del Monte Grappa e di miss Giro d'Italia
Oggi c’è l’ultima cronometro di questo Giro d’Italia: da Bassano del Grappa sino al Monte Grappa. Mancano tre tappe alla fine e Nairo Quintana è davanti a Rigoberto Uran di 1’41”. Il Giro se lo giocano loro. Bene. Analisi concisa ma efficace dicono alla Rai. Ho finito le ovvietà per oggi, quindi inizio a parlare della vera corsa. Anzi. Mi concedo un’altra divagazione sulla classifica generale. La situazione è molto complicata e piena d’insidie e si prospetta una lotta serrata.
Quanto narrato in questo articolo è opera di fantasia. Ogni riferimento a cose, persone o fatti realmente accaduti è (quasi) puramente casuale. Nessun ciclista è stato maltrattato nella realizzazione di questo servizio.
Oggi c’è l’ultima cronometro di questo Giro d’Italia: da Bassano del Grappa sino al Monte Grappa. Mancano tre tappe alla fine e Nairo Quintana è davanti a Rigoberto Uran di 1’41”. Il Giro se lo giocano loro.
Bene. Analisi concisa ma efficace dicono alla Rai. Ho finito le ovvietà per oggi, quindi inizio a parlare della vera corsa. Anzi. Mi concedo un’altra divagazione sulla classifica generale. La situazione è molto complicata e piena d’insidie e si prospetta una lotta serrata. Tre in dieci secondi e considerando il pericolo di gruppetto di domani e il clima di festa di domenica, è evidente che oggi ci si giocherà la maglia nera. Al momento la indosso io con un vantaggio di 6” sul mio nemico prussiano e 9” sullo sprinter olandese della Belkin Jetse Bol, eccellente interprete del detto “chi va piano, va sano e va lontano”. Contento del primato, ma deluso dalle prestazioni dei miei due pupilli, nonché favoriti per la classifica finale: Marco Bandiera, solo 149° e Alan Marangoni, 138°. Peccato. Sono giovani, si faranno.
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Ieri ha vinto un altro colombiano, Julian Arredondo. In maglia rosa c’è un colombiano, Nairo Quintana, in seconda posizione Rigoberto Uran, colombiano anch’esso. Mi chiama il presidente della Colombia. “Dato che ormai vinciamo solo noi, ho proposto a Mauro Vegni, direttore del Giro, che il prossimo anno il Giro parta dalla Colombia”. Gli ho risposto che è impossibile dato che il Giro è stato acquistato dagli emiri e che il prossimo anno si correrà interamente negli Emirati. C’è rimasto male e mi assicura che proporrà ai suoi connazionali di ritirarsi dal Giro. Gli dico di ripensarci. Non lo fa. Mi chiamano Uran e Quintana e mi assicurano di avere discendenti italiani: sono entrambi figli della Carrà. Dato che la somiglianza è evidente vengono subito tesserati per la Federazione e parteciperanno ai Campionati del Mondo che si correranno in Spagna con la formazione diretta da Davide Cassani. Due grandi acquisti. A tal proposito il comitato veneto per il ciclismo veneto indipendente ha proposto un referendum per l’uscita dalla Federazione in segno di protesta. In poche ore hanno votato 55 milioni di veneti, il 95 per cento a favore, il 3 per cento contrari, mentre il restante 2 per cento si è astenuto. 47 milioni di voti arrivavano dal Cile, paese verso il quale si è diretta la maggior parte del popolo serenissimo dopo la più grande diaspora di veneti della storia alla fine dell’800.
Sua figlia ha vinto. Tutti erano ubriachi e contenti. E la tirannia del bello per una volta non ha trionfato. Applausi da parte dell’Onu. Tutti hanno festeggiato cantando a squarciagola Maracaibo.
Ilfoglio.it seguirà con alcune uscite settimanali il Giro d'Italia ospitando la "cronaca" di viaggio del nostro inviato dal blog Girodiruota (che invece sarà aggiornato quotidianamente).
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