Caso Shalabayeva, Bonino si difende e attacca l'ambasciatore kazaco

Redazione

"Riferisco con serenità, non ho lesinato alcuno sforzo, con la sensibilità di chi per passione e attività politica ha fatto della tutela dei diritti umani la ragione di un'intera esistenza". Ha esordito così il Ministro degli esteri, Emma Bonino, chiamata nella Commissione Diritti umani e Affari esteri del Senato a riferire sul caso Shalabayeva. Yerbol Orynbayev, vicepremier kazako: "Attendiamo una decisione ufficiale, se mai dovesse esserci, e quindi reagiremo".

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    "Riferisco con serenità, non ho lesinato alcuno sforzo, con la sensibilità di chi per passione e attività politica ha fatto della tutela dei diritti umani la ragione di un'intera esistenza". Ha esordito così il Ministro degli esteri, Emma Bonino, chiamata nella Commissione Diritti umani e Affari esteri del Senato a riferire sul caso Shalabayeva.

    "Dal 3 giugno", ha proseguito Bonino, la Farnesina è stata protagonista di, "interventi continui ed incessanti e continueranno in questa direzione fino a quando sarà necessario". Il ministro ha aggiunto che visto che "si agisce da governo a governo si deve evitare almeno in questa prima fase che una serie di azioni e reazioni molto probabili indebolisca la nostra struttura diplomatica ad Astana".

    ''Si è venuta a configurare, anche agli occhi dei media – ha aggiunto il ministro – una ingiustificata responsabilità oggettiva della Farnesina, nonostante essa fosse stata del tutto estranea alla gestione e persino all'informazione sulle prime, determinanti fasi''.

    Sulle espulsioni dal territorio italiano, cui la Farnesina non è competente, ha ricordato Bonino, serve "una maggiore condivisione delle informazioni": ho rappresentato al ''premier, che condivide in pieno, la necessità di un nuovo e più efficace raccordo delle altre amministrazioni con il ministero degli Esteri". La titolare della Farnesina ha infine rinvendicato di aver "fin dal primo momento promosso e sollecitato il massimo chiarimento" sul caso kazako, agendo "nel rispetto delle istituzioni a cui sono tenuta da ministro, con determinazione e nel rispetto delle regole".

    Poi l'affondo contro l'ambasciatore kazako a Roma, il cui comportamento è stato definito dal Ministro degli esteri ''intrusivo'' e ''inaccettabile'', e l'annuncio che la sorte dell'ambasciatore kazako in Italia, Andrian Yelemesov, dopo lo scoppio del caso Shalabayeva dipenderà dalle garanzie che Astana darà sul "rispetto dei diritti e la libertà di movimento" della signora Alma Shalabayeva e della figlia Alua: "Valuteremo in questa ottica e tempestivamente anche le misure più opportune da adottare nei confronti dell'ambasciatore Yelemesov".

    Yerbol Orynbayev, vicepremier kazako, interpellato in mattinata sull'eventualità di un'espulsione dell'ambasciatore kazako a Roma, aveva risposto di attendere "una decisione ufficiale, se mai dovesse esserci, e quindi reagiremo".

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