L'ultimo saluto del Papa: "Da ora sono un semplice pellegrino"

Redazione

"Grazie, cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del Creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto!". Queste le prime parole rivolte da Benedetto XVI ai fedeli riuniti davanti il Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. "Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti: sarò Sommo Pontefice della Chiesa cattolica, fino alle otto di sera, poi non più". "Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio su questa terra".

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    "Grazie, cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del Creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto!". Queste le prime parole rivolte da Benedetto XVI ai fedeli riuniti davanti il Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. "Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti: sarò Sommo Pontefice della Chiesa cattolica, fino alle otto di sera, poi non più". "Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio su questa terra. Ma vorrei ancora con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie, buonanotte!". Quindi, il Santo Padre ha impartito la sua benedizione apostolica ai presenti.

    Papa Benedetto XVI aveva lasciato il Vaticano a bordo di un elicottero diretto a Castel Gandolfo, dove è atterrato dopo 15 minuti. Al momento dell'uscita del Papa dall'Appartamento Pontificio, monsignor Georg Gaenswein, visibilmente commosso, ha pianto. Poco prima, il suo account Twitter ufficiale ha scritto per l'ultima volta.

    Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita.

    — Benedetto XVI (@Pontifex_it) 28 febbraio 2013

    Manca poco all'ora indicata dallo stesso Joseph Ratzinger al momento dell'annuncio delle sue dimissioni: le 20 del 28 febbraio, cioè di stasera. In quel preciso istante le Guardie Svizzere si ritireranno dal portone del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo e segnaleranno così che la Sede Apostolica sarà vacante: la cattedra di Pietro resterà vuota fino all'elezione del nuovo Papa. Gli organi di governo della Chiesa per questa fase sono la Camera Apostolica (il camerlengo, il suo vice e gli uditori) che ha piuttosto il ruolo di "custodire" i beni (spirituali e materiali) della Chiesa e il Collegio cardinalizio riunito nelle Congregazioni Generali, che sotto la presidenza del cardinale decano (che è Angelo Sodano) provvede agli affari correnti della Chiesa, però non ha nessun nessun potere o giurisdizione sulle questioni spettanti al Papa. Partecipano alle riunioni anche gli ultraottantenni, e gli incontri rappresentano anche un'occasione per i porporati di conoscersi di persona e verificare i diversi orientamenti, sara' decisa la data di inizio del Conclave.

    "Al nuovo Papa prometto fin d'ora la mia incondizionate riverenza e obbedienza". Lo ha detto questa mattina Benedetto XVI ai cardinali riuniti nella Sala Clementina per il congedo dal Pontefice. "Signori cardinali, continuerò ad esservi vicino con la preghiera specialmente nei prossimi giorni, siate docili all'azione dello Spirito Santo nell'elezione del nuovo Papa". Non è mancata, ha detto il Papa, in questi 8 anni "qualche nuvola addensata nel Cielo" ma "la Chiesa è viva. E' il Corpo vivo animato dallo Spirito Santo, lo abbiamo visto ieri". Poi, rivolto ancora ai cardinali: "Abbiamo donato speranza, rimaniamo uniti cari fratelli, e cosi' serviamo la Chiesa e l'intera umanità. 'La vostra vicinanza e il vostro consiglio mi sono stati di grande aiuto nel mio ministero''.

    Poco prima all'arrivo del Pontefice il cardinale decano Angelo Sodano si era rivolto a Ratzinger dicendogli: ''grazie amato e venerato successore di Pietro''. "In questi otto anni – ha spiegato Benedetto XVI – abbiamo vissuto con fede momenti bellissimi di luce radiosa nel cammino della Chiesa, assieme a momenti in cui qualche nube si è addensata nel cielo. Abbiamo cercato di servire Cristo e la sua Chiesa con amore profondo e totale, che è l'anima del nostro ministero. Abbiamo donato speranza, quella che ci viene da Cristo e che solo può illuminare il cammino. Insieme possiamo ringraziare il Signore che ci ha fatto crescere nella comunione; insieme pregarlo di aiutarvi a crescere ancora in questa unità profonda, cosicche' il Collegio dei cardinali sia come un'orchestra, dove le diversità, espressione della Chiesa universale, concorrano sempre alla superiore e concorde armonia".

    "Vorrei lasciarvi – ha poi aggiunto - un pensiero semplice, che mi sta molto a cuore un pensiero sulla Chiesa, sul suo mistero, che costituisce per tutti noi, possiamo dire, la ragione e la passione della vita". In questo si è ispirato a una espressione di Romano Guardini, scritta proprio nell'anno in cui i Padri del Concilio Vaticano II approvavano la Costituzione Lumen Gentium, "nel suo ultimo libro con una dedica personale anche per me": "La Chiesa non è una istituzione escogitata e costruita a tavolino, ma una realtà vivente. Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi. Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa. Il suo cuore è Cristo".

    Il Papa ha poi ricordato l'esperienza di ieri in piazza San Pietro: "Vedere che la Chiesa è un corpo vivo, animato dallo Spirito Santo Santo e vive realmente dalla forza di Dio. Essa è nel mondo, ma non è del mondo: è di Dio, di Cristo, dello Spirito. Lo abbiamo visto ieri". Per questo – ha aggiunto – è vera ed eloquente anche l'altra famosa espressione di Guardini: "La Chiesa si risveglia nelle anime". "La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime, che, come la Vergine Maria, accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo. Offrono a Dio la propria carne e proprio nella loro povertà e umiltà diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo. Attraverso la Chiesa il Mistero dell'Incarnazione rimane presente per sempre. Cristo continua a camminare attraverso i tempi e tutti i luoghi".

    ''Rimaniamo uniti in questo mistero. Nella preghiera, specialmente nell'eucarestia quotidiana e così serviamo la Chiesa e l'intera umanità. Questa è la nostra gioia che nessuno ci può togliere''. L'esperienza dei discepoli di Emmaus è stata rievocata da Benedetto XVI nel suo discorso di commiato ai cardinali, nella Sala Clementina dove erano presenti anche gli arcivescovi capidicastero. Il Papa ha detto che come per i discepoli con il Risorto anche per lui "E' stata una gioia camminare" con i cardinali in questi anni, "nella luce della presenza del Signore Risorto". E come ha detto ieri, davanti alle migliaia di fedeli che riempivano Piazza San Pietro, la vicinanza dei porporati, il loro consiglio, gli sono stati "di grande aiuto" nel suo ministero. "Prima di salutarvi personalmente desidero dirvi che continuerò ad esservi vicino con la preghiera, specialmente nei prossimi giorni, affinché siate pienamente docili all'azione dello Spirito Santo nell'elezione del nuovo Papa. Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui. Tra di voi, tra il Collegio Cardinalizio, c'è anche il futuro Papa, al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza. Per tutto questo con affetto e riconoscenza, vi impartisco di cuore la Benedizione Apostolica".

    Durante la "sede vacante" decadono dal loro incarico il segretario di Stato, i prefetti, i presidenti e i membri di tutti i dicasteri curiali, mentre restano nel loro ruolo il penitenziere maggiore (il cardinale Manuel Monteiro de Castro), il cardinal vicario per la diocesi di Roma (Agostino Vallini), il cardinale arciprete di San Pietro (Angelo Comastri) e l'elemosiniere (monsignor Guido Pozzo). Restano in carica anche il camerlengo (attualmente è il cardinale Tarcisio Bertone) così come il sostituto della Segreteria di Stato (monsignor Angelo Giovanni Becciu), il segretario per i Rapporti con gli Stati (monsignor Dominique Mamberti) e i segretari dei Dicasteri vaticani. Non decadono neppure i nunzi e i delegati apostolici. Toccherà dunque ai due ex segretari di Stato, Bertone che decade oggi e Sodano che fu riconfermato da Benedetto XVI appena eletto e poi sostituito con il salesiano, gestire il periodo che va da oggi all'elezione del nuovo Papa. Sodano celebrerà anche la messa "Pro eligendo Pontifice" (nel 2005 era stato l'allora decano cardinale Joseph Ratzinger), ma non entrerà in Conclave avendo 85 anni. Nelle operazioni di voto sarà sostituito dal cardinale Giovanni Battista Re, prefetto emerito della Congregazione dei Vescovi. 

    Entrerà invece nel Conclave il 78enne Tarcisio Bertone, che avrà un ruolo importante, in quanto camerlengo. In caso di decesso del Pontefice, spetta al camerlengo constatarne la morte secondo un preciso rituale: si avvicina alle spoglie del Papa morto chiamandolo per tre volte col suo nome di battesimo. Non ricevendo risposta, pronunzia la frase "Vere Papa mortuus est", il Papa è considerato ufficialmente morto. Nel caso attuale le cose andranno diversamente: Benedetto XVI-Joseph Ratzinger questa sera lascerà il Vaticano e andrà a Castel Gandolfo, si affaccerà dalla finestra, benedirà le persone radunate per salutarlo e dopo quel momento, diventato ormai "Papa emerito" rimarrà nascosto al mondo. "Anche se mi ritiro adesso in preghiera sono sempre vicino a tutti voi e sono sicuro che anche tutti voi sarete vicini a me, anche se per il mondo rimarrò nascosto".

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