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Istruzioni per ingannare il popolo sul Cav. e su Bersani

Come si fa a deformare le notizie? A ingannare l’opinione pubblica? Guardate il caso del governo Monti alle prese con i due pilastri della sua strana maggioranza. A leggere il mainstream dei giornali sembra che il nemico alle porte sia sempre lui, il Cav., pronto ad azzannarlo, a scatenargli contro la procellosa cultura antieuro, il populismo democratico che ha in odio gli ottimati e i tecnici. Bersani? No, lui e il suo coacervo di coalizzati probabili, anzi improbabili, possibili, forse sì forse no, esprime un leale sostegno, e dapprincipio, al preside.

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Come si fa a deformare le notizie? A ingannare l’opinione pubblica? Guardate il caso del governo Monti alle prese con i due pilastri della sua strana maggioranza. A leggere il mainstream dei giornali sembra che il nemico alle porte sia sempre lui, il Cav., pronto ad azzannarlo, a scatenargli contro la procellosa cultura antieuro, il populismo democratico che ha in odio gli ottimati e i tecnici. Bersani? No, lui e il suo coacervo di coalizzati probabili, anzi improbabili, possibili, forse sì forse no, esprime un leale sostegno, e dapprincipio, al preside. Dicono che poteva vincere le elezioni a novembre, e invece si è acconciato per senso di responsabilità nazionale, ma quanto senso dello stato hanno i postcomunisti. La verità è diversa. Certo che la maggioranza parlamentare di Berlusconi si era sfilacciata parecchio, questo nessuno può negarlo, ma se Bersani poteva vincere, forse, quel che è sicuro è che il Cav. le elezioni politiche le aveva vinte. Ed è lui che si è dimesso per fare posto all’operazione Monti, tenendo fede alla parola data.

Altro ingannevole inghippo. Con tutto il loro senso dello stato, i postcomunisti e affiliati postdemocristiani sono quelli, come ricordano, di Padoa-Schioppa, di Ciampi, Prodi e compagnia. Loro sì che sono amici dei tecnici. Peccato che il primo a dare uno sbocco europeo consistente a Monti, capo della filiera, sia stato proprio Berlusconi, e nel 1994. Peccato che Prodi e il compianto Padoa-Schioppa siano stati in vario modo sacrificati alle coalizioni con Bertinotti o addirittura con Diliberto e Ferrero, i non tanto post comunisti che ai tecnici hanno fatto vedere i sorci verdi. Per non parlare di D’Alema, che con il poco tecnico Cossiga, salto della quaglia e mossa del cavallo, congiurò, come poi farà Veltroni, per far scendere di sella il supertecnico dell’Ulivo e mettersi al suo posto. Vi fidate quando Bersani dice nelle interviste agli europei che loro, i superpost, sono conosciuti e garantiti dall’amore sempiterno per le soluzioni responsabili e tecniche? Io poco.

E’ vero, il Giornale di famiglia, come lo presentano i detrattori, bastona Monti un giorno sì e un giorno no. Ma anche noi, si parva licet componere magnis, siamo un giornalino in qualche senso di famiglia, e a Monti regaliamo quasi soltanto rose e balocchi e buoni voti in pagella. Come la mettiamo? Berlusconi è biforcuto, oppure nel centro destra cosiddetto convivono ipotesi e culture diverse, esperienze editoriali e da mosca cocchiera che si muovono divergenti e parallele. Fatto sta che lui, Berlusconi, non ha mai detto, dallo scorso novembre ad oggi, quel che ha detto di recente un Bersani o quel che ha detto un D’Alema. D’Alema tronfio: “Stanno lì per un poco, poi arriviamo noi e con noi la piena democrazia politica. E i nostri tecnici erano meglio di questi” (bum). Bersani, emiliano: “Ho qui pronta una squadra di giovani laburisti per governare, questi non sono equi abbastanza, non va, e adesso caricaaaaaaa!” (aribum). Pensate se Berlusconi avesse detto. “Ho qui delle graziose ministre e dei baldi giovani pronti alla bisogna, non ho bisogno di tecnici, metto Brunetta al Tesoro, bisogna rifare un governo delle libertà e restaurare la democrazia…”, lo avrebbero impiccato come un caudillo che vuole distruggere l’Italia appena salvata dai benemeriti. Nel giro di Berlusconi si discute, non è escluso che si vada verso una campagna fatta anche di durezze. Ma intanto si discute con una certa equanimità, con spazio per tutti, anche per i grancoalizionisti. Gli altri hanno già deciso: dàgli a Monti e alle multinazionali. Tanto i giornali amici diranno sempre solo una cosa: a sinistra c’è tanto senso dello stato, a destra sono eversivi. Qualunque cosa succeda.

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