En attendant Draghi
Le Borse europee ieri hanno chiuso in calo, complici le incertezze sul vertice Ue di oggi e domani: Francoforte meno 0,57, Parigi meno 0,11, Milano meno 1,24. Ora più che mai gli occhi degli investitori sono tutti puntati sulla seduta di oggi del consiglio direttivo della Bce.
Il che avverrebbe sempre “nel pieno dell’indipendenza” dell’istituto, secondo la formula cara alla cancelliera tedesca. Nicolas Sarkozy invece, secondo fonti dell’Eliseo, ha voluto leggere nel monito di S&P’s di due giorni fa ai paesi a tripla A un invito implicito alla Bce ad agire subito.
Intanto però anche in Germania, dove il rischio di una politica monetaria inflazionistica è solitamente preso molto sul serio, mercati e giornali economico-finanziari paiono attendere con una certa trepidazione le scelte dell’italiano Draghi. Il quotidiano Handelsblatt, martedì, ha pubblicato la consueta tabella del tasso di interesse suggerito dal suo personale “consiglio ombra”, composto da quindici economisti che operano in istituzioni finanziarie o di ricerca europee di primo piano. Tutti, a parte il capo economista di Commerzbank, Jörg Krämer, si dicono a favore di un taglio dei tassi da parte della Bce. Tra i tedeschi favorevoli c’è anche il professor Gustav Horn, intervistato a novembre dal Foglio: “Non è tempo per una discussione sui principi – spiega Horn – Se non succede in fretta qualcosa, tra sei mesi ci ritroviamo senza Unione monetaria”. Non diversa l’opinione degli economisti che hanno risposto al sondaggio del Financial Times Deutschland. Ventidue su trentatré si dicono convinti che la Bce abbasserà i tassi. Tra loro anche Guntram Wolff, vicedirettore del think tank Bruegel, per il quale il tasso di interesse principale andrebbe ridotto subito di 75 punti base. La sensazione è che anche in Germania stia crescendo la consapevolezza che solo un forte intervento di Francoforte possa salvare l’Eurozona e la locomotiva tedesca, la cui Banca centrale – la Bundesbank – è sempre più esposta verso l’Eurosistema. Senza contare che, visto il ricalcolo dei criteri di ricapitalizzazione delle banche da parte dell’Eba, il governo tedesco sarebbe ora pronto a riaprire i battenti del fondo di sostegno alle banche (SoFFin) istituito nel 2008.
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