Anders Behring Breivik (foto LaPresse)

La strage dei ragazzi a Oslo

Redazione

Una bomba è esplosa nel cuore di Oslo. Intanto un uomo con un’uniforme da poliziotto ha iniziato a sparare contro i giovani del partito laburista riuniti a Utoya, un’isola a un’ora a nord della capitale

Oslo. L’esplosione è stata talmente forte che alcuni hanno pensato a un terremoto. Tutti i vetri dei palazzi attorno agli uffici del primo ministro si sono frantumati, nel giro di un chilometro non ce n’era uno intatto, una colonna di fumo si è alzata nel cielo, mentre migliaia di fogli di carta – i documenti del governo – ricoprivano le strade assieme ai detriti. E’ stata una bomba a esplodere, forse un’autobomba, nel cuore di Oslo, la capitale di una Norvegia fortunatamente mezza in vacanza. Almeno sette morti accertati, quindici feriti, una città nel panico. L’obiettivo dell’attacco era il palazzo del premier, il laburista Jens Stoltenberg. Per ore si è temuto che quell’esplosione così potente fosse soltanto l’inizio di una serie combinata di attacchi, mentre le televisioni davano e subito smentivano la notizia di altri boati in diverse parti della città. Mentre i testimoni dicevano alla tv che c’era “uno stato di guerra”, un uomo con un’uniforme da poliziotto ha iniziato a sparare contro i giovani del partito laburista riuniti a Utoya, un’isola a un’ora a nord della capitale. Era atteso anche il premier, ma nel primo pomeriggio aveva disdetto la sua partecipazione. Ha fatto almeno ottanta morti. Il finto poliziotto si avvicinava ai ragazzi e diceva: “Vieni qui”, e poi sparava, ripetendo: “E’ solo l’inizio”. Il trentaduenne Anders Behring Breivik poi è stato arrestato: è norvegese, cristiano ma legato alla massoneria. Per la polizia i due attentati sono collegati. Venerdì pomeriggio l’esercito era schierato in tutta la città, mentre le autorità chiedevano ai cittadini di andare a casa, per paura di altri attacchi.

 

Il legale di Breivik, Geir Lippestad, ha parlato alla tv norvegese dicendo che il suo assistito davanti alla polizia si è assunto la responsabilità del suo gesto e ha spiegato che il suo ''è stato un atto atroce ma necessario''. L'avvocato ha aggiunto anche che, secondo lui, ''la strage era stata pianificata'' da tempo.

 

Il premier Stoltenberg, in visita sull'isola della strage, ha parlato di un "incubo nazionale". Poco dopo un uomo con un coltello gli si è avvicinato, ma è stato subito arrestato.

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