Non un continente per vecchi
L’Europa sussurra la parola contagio. I fronti della crisi si moltiplicano
Nel caos che ha preceduto questo venerdì decisivo per la zona euro, la Banca centrale europea ieri ha richiamato all’ordine la politica: di fronte allo scetticismo dei mercati, l’unico modo per superare la crisi del debito sovrano è rimettere ordine nei conti e adottare riforme strutturali pro crescita. A poco servono i vertici emergenziali, gli stress test manipolati sulle banche o i compromessi abborracciati sulla Grecia.
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La Bce, i tecnici dei paesi dell’euro e le banche ieri si sono comunque riuniti a Roma per discutere in maniera più informale del coinvolgimento dei privati nel salvataggio della Grecia. La Francia vorrebbe spingere il Fondo europeo di stabilità finanziaria a comprare titoli sul mercato secondario dei bond, ma la Germania teme un ulteriore trasferimento di debito. Risultato: l’Irlanda accusa l’Ue, indecisa a tutto, di essere responsabile della decisione di Moody’s di declassare i suoi bond al livello di “spazzatura”. Non solo: ieri il Tesoro italiano ha dovuto pagare un tasso di interesse da record per collocare 5 miliardi di Btp, mentre il differenziale tra rendimenti dei titoli decennali italiani e Bund tedeschi ballava attorno ai 300 punti. “Inghiottendo l’Italia, la crisi è entrata in una nuova fase pericolosa, con la stessa moneta unica a rischio”, avverte l’Economist.
Gli occhi di tutti oggi sono puntati sulla pubblicazione degli stress test delle banche europee. I leader avevano promesso un esercizio di trasparenza per rassicurare i mercati sulla solidità del sistema. Secondo indiscrezioni, in Spagna sei istituti di credito non passeranno la prova. In Germania una banca pubblica, Helaba, ha abbandonato i test in previsione di un fallimento. Complessivamente, tra 10 e 15 banche europee verrebbero bocciate: un risultato teoricamente rassicurante. Ma i compromessi e le manipolazioni politiche in corso rischiano di minare la credibilità dei test. L’Autorità bancaria europea (Eba), per esempio, ha accettato di non includere tra gli investimenti a rischio i titoli dei paesi sull’orlo del default. Non a caso un documento interno dell’Ue rivelato da Bloomberg spiega che “i mercati condurranno molto presto i loro calcoli”. E alla fine i risultati saranno meno rassicuranti: “I rischi per la stabilità finanziaria non devono essere sottovalutati”.
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