Manovra pericolosa
Tremonti passa la prova Finanziaria, ma ne esce meno forte e baldanzoso
E’ finita senza drammi, con un patto a tre cognomi: Berlusconi, Bossi, Tremonti. “Affaticatamente concordi”. Il premier, il leader leghista e il superministro, dopo una settimana di passione sulla manovra, si sono presentati ieri al vertice allargato ai dirigenti dei gruppi parlamentari recitando una sceneggiatura che avevano preparato in precedenza. Nessuno scambio tra manovra e guida della Banca d’Italia (giurano).
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E’ finita senza drammi, con un patto a tre cognomi: Berlusconi, Bossi, Tremonti. “Affaticatamente concordi”. Il premier, il leader leghista e il superministro, dopo una settimana di passione sulla manovra, si sono presentati ieri al vertice allargato ai dirigenti dei gruppi parlamentari recitando una sceneggiatura che avevano preparato in precedenza. Nessuno scambio tra manovra e guida della Banca d’Italia (giurano), anche se gli umori prevalenti indicano in Vittorio Grilli (tremontiano) il governatore designato: Fabrizio Saccomanni è – eufemismo – “meno gradito”.
Tremonti non ha fatto grandi resistenze, ieri. Qualche tensione si è registrata sulle deleghe con cui si giocano le partite di potere: il ministro avrebbe voluto sottrarne a Palazzo Chigi, ma Fabrizio Cicchitto e Renato Brunetta sono intervenuti con successo sul Cav. per evitare “un’eccessiva concetrazione di potere”. Lunedì il ministro dell’Economia aveva fatto vedere da lontano ai capigruppo del Pdl la copertina della manovra, salvo regalare poi qualche anticipazione alle agenzie. Un atteggiamento che aveva sollevato sospetti: “Usa la manovra per fare un colpo di stato”.
Ma non è andata così. La manovra rimane improntata al rigore. La conquista del Cav. è nell’aver evitato la stangata per i prossimi due anni di legislatura. Il grosso è sul 2013 e 2014. Nel centrodestra respingono l’idea di avere scaricato tutto sul prossimo governo immaginandosi sconfitti alle politiche. Ma il sospetto resta. Malgrado il ragionamento riferito al Foglio non sia peregrino: “Il peso si concentra nella fase iniziale della prossima legislatura, quando il governo è forte della vittoria elettorale. Non è una manovra che influirà su delle elezioni che vogliamo vincere”. Magari con un nuovo candidato premier.
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