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Web alla francese

In 22 anni Internet ha cambiato il mondo tanto in fretta che i leader politici sono stati meri spettatori della rivoluzione. “A volte sono spaventata dal fatto che i governi non siano pienamente consapevoli che le cose stanno cambiando molto”, ha ammesso il commissario europeo per le nuove tecnologie, Neelie Kroes, alla chiusura della prima conferenza e-G8, ieri, tra capi di stato e imprenditori della rete a Parigi. Kroes ha proposto di inserire il Web nell’agenda dei prossimi vertici globali per includerlo nella prassi governativa.

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In 22 anni Internet ha cambiato il mondo tanto in fretta che i leader politici sono stati meri spettatori della rivoluzione. “A volte sono spaventata dal fatto che i governi non siano pienamente consapevoli che le cose stanno cambiando molto”, ha ammesso il commissario europeo per le nuove tecnologie, Neelie Kroes, alla chiusura della prima conferenza e-G8, ieri, tra capi di stato e imprenditori della rete a Parigi. Kroes ha proposto di inserire il Web nell’agenda dei prossimi vertici globali per includerlo nella prassi governativa. Un’idea avversata dalle imprese che animano Internet e da chi lo utilizza. L’inedito e-G8 ha anticipato il G8 canonico di oggi e domani per volere del presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha invitato il gotha del business online, soprattutto statunitense e francese (News Corp., Google, eBay; gli italiani Carlo De Benedetti e Franco Bernabè) e ieri ha accolto all’Eliseo il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg. Martedì Sarkò, non senza l’intenzione di lucidare la propria immagine in vista delle presidenziali 2012, ha osannato la rivoluzione internettiana avvertendo gli imprenditori che la rete necessita di regole indispensabili a evitare il “caos democratico”. Privacy, protezione del copyright, cybersecurity sono fattori che “limitano lo sviluppo di una rete forte e florida”, si legge nella bozza del comunicato finale.

Ma l’intenzione di imbrigliare Internet magari attraverso un organo sovranazionale non è piaciuta. Il ceo di Google, Eric Schmidt, è stato chiaro: “Ci muoveremo più velocemente di ciascuno di questi governi, per non parlare di tutti loro messi assieme”. “Prima di decidere sulla regolamentazione chiediamoci se ci sono soluzioni tecnologiche adeguate per lo sviluppo”, perché Internet si regola da sé. Sarkò ha subìto dure critiche anche sul Web: il gruppo per la libertà della rete Access now ha lanciato una petizione contro le posizioni “disastrose” del presidente, accolte con disappunto anche da Open rights group, che chiede l’accesso universale a Internet e una maggiore tutela della privacy degli utenti. Ma lo smacco per Sarkò in versione 2.0 è arrivato dal ministro degli Interni tedesco, Hans-Peter Friedrich, convinto che la Germania abbia dimostrato la singolare capacità di lasciare che le compagnie si autoregolassero: “Internet – ha detto ieri – è uno spazio di libertà per i cittadini e per la sperimentazione delle imprese”.

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