A lezione da Mr. Big Society
Ha 34 anni, è un immigrato cinese di seconda generazione, è il più giovane rappresentante della Camera dei Lord di Londra. Nat Wei è il braccio destro del premier David Cameron per uno dei progetti più ambiziosi del nuovo corso tory, quello della “Big Society”. Prevede una responsabilizzazione dei cittadini e una socializzazione di molti settori della vita comune, un passo indietro della politica e un decentramento di molte funzioni, incentivando il terzo settore e il volontariato a compiere funzioni lasciate libere dallo stato. In Italia per illustrare i passi avanti compiuti dal progetto “Big Society”, Wei sgombra subito il campo dall’equivoco e dal sospetto che in molti attribuiscono al progetto Big Society, e cioè che si tratti di una cortina fumogena sui tagli necessari al post crisi
Il progetto Big Society, osserva Wei, viene incontro anche e soprattutto a questa disgregazione sociale. Con uno strumentario culturale anche nuovo; sgombrando il campo dal multiculturalismo e utilizzando, perché no, anche la religione. “Il secolarismo non ha portato niente di buono” riflette Wei, che sottolinea il ruolo fondamentale del cristianesimo nell’aggregazione sociale e cita spesso Lord Beveridge, inventore del moderno welfare state nel Dopoguerra, ma soprattutto Lord Shaftesbury, filantropo vittoriano che stabilì i limiti al lavoro minorile. Wei, che dopo un’infanzia povera nei sobborghi londinesi di Milton Keynes e una laurea a Oxford ha lavorato per McKinsey, prima di vedere “la luce” della social entrepreneurship, dice di sentirsi proprio così, “un filantropo vittoriano, di quelli che non accettavano un no come risposta ma che cercavano di cambiare le cose”. Altro suo riferimento è Edmund Burke, il filosofo settecentesco contrario al giacobinismo e alla rivoluzione francese. Non fa parte del pantheon invece Margaret Thatcher, secondo cui la società civile semplicemente non esiste. La sua citazione preferita è dell’antropologa Margaret Mead: “Mai dubitare che un piccolo gruppo di cittadini responsabili possa cambiare il mondo”. Per adesso, dice, la grande riforma della Big Society non è stata capita, ma per i grandi cambiamenti servono anni, come per il progetto quasi omonimo di Lyndon Johnson, la Great Society che nel 1964 espanse la scuola pubblica e creò Medicare e Medicaid.
Ma Wei non è un utopista, al contrario: un posto d’onore nel complesso sistema della Big Society riguarda il mercato e la finanza. Una Big Society Bank verrà creata dal governo inglese con una dotazione di 400 milioni di sterline prelevate dai conti correnti dormienti, a cui si aggiungeranno altri 200 milioni messi a disposizione da altre banche private per iniziative tracciabili e rendicontabili. Il business è il pendant necessario del modello di Big Society. E del resto il realismo a Wei non fa difetto. Il più giovane dei Lord, che presta attività gratuita al governo di Sua Maestà, ha dovuto ridurre da tre a due giorni settimanali la sua presenza a Downing Street, perché deve trovarsi un altro lavoro: per pagare l’affitto.