La damnatio memoriae di Maciel per salvare i suoi legionari
Marcial Maciel è morto per la seconda volta. E’ quella definitiva. Nelle scorse ore, infatti, sul fondatore della Congregazione dei legionari di Cristo e del movimento di laici denominato Regnum Christi scomparso nel 2008 – pedofilo, tossicomane, morto lasciando diversi figli naturali avuti da più donne – è calata la “damnatio memoriae” da parte delle gerarchie della Santa Sede.
Con questo decreto, duro ma che nella sostanza mette per iscritto regole già adottate nei mesi scorsi dalla Congregazione, il Vaticano conferma la chiara volontà di sganciare la Legione dal suo fondatore. E, quindi, di salvarla: l’albero, ovvero Marcial Maciel, deve essere definitivamente abbattuto, mentre i suoi frutti, i legionari, hanno diritto all’esistenza e affinché maturino a dovere devono seguire con fedeltà e obbedienza le indicazioni delle autorità della Santa Sede. Può da una mela marcia nascere qualcosa di buono? Evidentemente sì, questo pensano il Papa e i suoi collaboratori. Nonostante tutto il male che può aver fatto in vita Maciel, per la chiesa la Congregazione dei legionari e il suo ramo laico hanno diritto all’esistenza e, se possibile, allo sviluppo.
La linea l’ha data Papa Ratzinger nel libro “Luce del mondo” scritto con Peter Seewald. Qui Benedetto XVI ha definito il fondatore dei Legionari “un falso profeta che ha condotto una vita immorale e contorta”. E ancora: “Per me, Marcial Maciel rimane una figura misteriosa. Da un lato c’è un tipo di vita che, come ormai sappiamo, è al di là di ciò che è morale: un’esistenza avventurosa, sprecata, stramba. Dall’altro vediamo la dinamicità e la forza con cui ha costruito la comunità dei legionari”. Quindi le parole sul futuro della Congregazione: “Ci sono da apportare delle correzioni, certamente, ma nel suo insieme la comunità è sana. Ci sono tanti giovani che con entusiasmo vogliono servire la fede. E non bisogna distruggere questo entusiasmo. In definitiva molti di loro sono stati chiamati al giusto da una figura sbagliata. E questa è una cosa singolare, la contraddizione per cui un falso profeta abbia potuto avere anche un effetto positivo. A tutti questi giovani, e sono tanti, bisogna infondere coraggio. E’ necessaria una struttura nuova affinché non cadano nel vuoto ma, guidati correttamente, possano ancora rendere un servizio alla chiesa e agli uomini”.