España matada
La decisione delle cortes catalane, che con 68 voti favorevoli e 55 contrari hanno abolito le corride sul territorio “nazionale” della Catalogna ha suscitato un enorme scalpore in tutta la Spagna. Le motivazioni animaliste addotte non sono state prese sul serio da nessuno, mentre è apparsa prevalente l’intenzione di praticare uno strappo simbolico con la tradizione spagnola.
La decisione delle cortes catalane, che con 68 voti favorevoli e 55 contrari hanno abolito le corride sul territorio “nazionale” della Catalogna ha suscitato un enorme scalpore in tutta la Spagna. Le motivazioni animaliste addotte non sono state prese sul serio da nessuno, mentre è apparsa prevalente l’intenzione di praticare uno strappo simbolico con la tradizione spagnola. Per la verità già le Canarie, dieci anni fa, avevano abolito la fiesta de toros, ma l’argomento era stato l’effetto subito dai tori per il trasferimento dal continente alle isole.
Proibire il toro, che è anche il simbolo della Spagna, assume un significato dirompente, in una situazione già assai tesa a causa della bocciatura (in realtà solo una limatura formale) da parte del Tribunale costituzionale di alcuni articoli dello Statuto di autonomia che si è verificata un mese fa. Le elezioni catalane convocate per l’autunno spingono i partiti ad accentuare il nazionalismo, il che finisce col rafforzare le tendenze separatistiche, che in realtà sono osteggiate da tutta la classe dirigente. Proibire le corride, così come la proiezione dei film non doppiati in catalano, produrrà molto presto il sentimento di una restrizione delle libertà, avrà un costo per i catalani e provocherà un irrigidimento degli altri cittadini di uno stato avviato alla disgregazione.