Passarsi il compito alla maturità è un diritto sentimentale e civile
L’ultima minaccia, per tentare di non far copiare all’esame di maturità, è stata: “Attenti, la Polizia Postale vi intercetta”. Una preside di liceo classico romano, consapevole del fatto che gli studenti possiedono in media otto telefonini a testa ed è impossibile sequestrarli tutti (ne resterebbe sempre qualcuno, a forma di temperino o di gomma per cancellare).
Qui ci si appella al diritto alla privacy per tutti i maturandi: la libertà, la dignità e la segretezza della corrispondenza sono costituzionalmente garantite e devono restarlo anche con un cellulare nascosto la notte prima degli esami dietro la mattonella del bagno delle ragazze. La Polizia Postale si limiti a navigare nei forum on line alla ricerca delle prove vere o false di maturità, tanto le possibilità di copiare sono infinite (una volta erano fotocopie rimpicciolite dentro le scarpe, bigliettini scritti fitti fitti che solo la forza della disperazione riusciva a decifrare, adesso ci sono geniali biro con videocamera inclusa: scusa me la presti un attimo? il compagno bravo e generoso filma il proprio compito, poi la ripassa all’amico, a cui basta guardare il video fingendo di rigirarsi pensieroso la penna fra le mani). In “Tutti pazzi per amore 2” il presidente di commissione è Dario Argento, e viene chiamato Ugolino (“la bocca sollevò dal fiero pasto”), è il più cattivo docente mai esistito, quando arriva il cielo si oscura: gli studenti sono spacciati, allora la professoressa, normalmente arcigna, fa gli occhi dolci a Ugolino per distrarlo, riesce a portarlo fuori dall’aula e prima di chiudere la porta bisbiglia: “Copiate, è la vostra unica possibilità!”.
Copiare non è in discussione, anche quando si ha studiato e si è in grado di farcela da soli, anche quando esce proprio il tema che si sperava, tentare di copiare e di far copiare è parte del rito sentimentale della fine del liceo, come le lacrime quando finisce tutto, lo zaino lanciato in aria, le promesse di rivedersi presto e gli abbracci al professore detestato fino a una settimana prima, come la più lunga e bella estate della vita, che è qui che aspetta di cominciare. Intercettare telefoni di maturandi che cercano notizie su D’Annunzio sarebbe eccessivo e inutile, perché gli studenti, più svegli dei soliti logorroici che al telefono regrediscono, si eccitano e raccontano qualunque cosa, troveranno un modo tecnologico per mettersi in salvo e copiare lo stesso.