La luce al fondo dell'Eurotunnel

Redazione

I più fortunati sono rimasti da una parte o dall'altra della Manica, a lamentarsi del disservizio francese gli uni e di quello inglese gli altri; parecchie centinaia di passeggeri dell'Eurotunnel, circa duemilacinquecento in trasferta natalizia, invece, sono rimasti bloccati là sotto, con il mare sopra, a lamentarsi di tutto e di tutti, spaventati a morte. L'epopea di quell'Eurostar mitico, giallo e bianco, che collega Parigi a Londra in meno di due ore, è collassata nel weekend per la neve – “fluffy”, come dicono gli inglesi, soffice e traditrice – e per il gelo.

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    I più fortunati sono rimasti da una parte o dall'altra della Manica, a lamentarsi del disservizio francese gli uni e di quello inglese gli altri; parecchie centinaia di passeggeri dell'Eurotunnel,  circa duemilacinquecento in trasferta natalizia, invece, sono rimasti bloccati là sotto, con il mare sopra, a lamentarsi di tutto e di tutti, spaventati a morte. L'epopea di quell'Eurostar mitico, giallo e bianco, che collega Parigi a Londra in meno di due ore, mai un ritardo, mai una cancellazione, rigorosamente all'opera, cinque treni avanti e indietro, orgoglio ingegneristico e geopolitico, è collassata nel weekend per la neve – “fluffy”, come dicono gli inglesi, soffice e traditrice – e per il gelo. E ora, con grande scorno degli operatori già presenti, potrebbe rifarsi l'immagine affidandosi alle cure generose della Germania, che ha appena ricevuto l'autorizzazione a portare i suoi treni sotto quel mare.

    Ieri è iniziata la resa dei conti tra Francia e Regno Unito – con tanto di revival dell'immancabile retorica sulla Perfida Albione –, l'Eurostar non va più, il presidente francese Nicolas Sarkozy inveisce, lancia inchieste, convoca i responsabili e urla “Sistemate quei treni, è Natale accidenti”, ma l'isola resta più isolata che mai. Tutta l'Europa sta così, al freddo e al gelo, in Polonia muoiono assiderati a decine, con buona pace di Tuvalu che rischia di scomparire per il gran caldo del pianeta. In Italia c'è caos, l'amministratore delegato delle Ferrovie dello stato, Mauro Moretti, dice che la rete funziona piuttosto bene ma ricorda a chi va lontano che è meglio portarsi un maglione in più, panini e acqua, potrebbero servire.

    Ma quel che accade tra le due sponde del canale della Manica diventa una giustificazione per tutti: se persino i francesi e gli inglesi si fanno trovare così impreparati di fronte alla neve, anche la Freccia tutta rossa appena inaugurata può permettersi di accumulare ritardi e nervosismi. Ad approfittare della catastrofe nordica potrebbero arrivare i tedeschi, salvatori dell'ultimo minuto dell'intesa cordiale intrappolata sotto il canale della Manica. La liberalizzazione del sistema ferroviario in Germania si è rivelata quanto mai tempestiva. Secondo le autorità del tunnel che collega l'Inghilterra alla terra ferma, le ferrovie tedesche, Deutsche Bahn, rispondono a tutti i requisiti richiesti per quella tratta – più di trentotto chilometri a quarantacinque metri sotto il fondale marino, è il tunnel più lungo del mondo a quella profondità – e così anche i treni ad alta velocità germanici potranno passare di lì, scombinando l'equilibrio tra francesi, inglesi e belgi (a dominanza dei primi) trovato dalle autorità dell'Eurotunnel.

    In altri tempi la concorrenza ha fatto entusiasmare soprattutto i consumatori – compresi quei novantamila passeggeri che durante lo scorso fine settimana sono rimasti bloccati – ma ora che il ghiaccio ha fermato tutto, ora che la crisi rende tutti più conservatori e abitudinari, l'autorizzazione ai tedeschi appare quasi come una sfida al triangolo geopolitico che domina il canale della Manica. Deutsche Bahn funziona bene, il suo logo – DB – bianco e rosso è sinonimo di sicurezza in tutta Europa e c'è già chi scommette che l'Amburgo-Londra sarà una minirivoluzione continentale, altro che gli accordi di Schengen, ma infilarsi in quella specie di monopolio (anche culturale) che governa il tunnel della Manica non sarà facile. I francesi ce la metteranno tutta per porre limiti e paletti. Quella è terra loro, i Tgv hanno fatto la loro fortuna in quel tunnel, non c'è passeggero di quei treni che non abbia ringraziato Parigi e Londra per la determinazione ad andare laggiù a scavare e scavare, per poi sbucare di là e collegare due mondi. I tedeschi non sanno niente di quello spirito, di quell'impresa, arriveranno e useranno, con i loro treni velocissimi e il loro proverbiale rigore. Ma magari dimostreranno che la concorrenza fa bene a tutti, anche agli Eurostar gialli e bianchi che oggi dovranno ripartire per forza, costi quel che costi, dovesse andare lì Sarkozy a spingerli a calci.

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