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Tra Blair e Merkel

Bersani va in Europa non solo per D'Alema

Alessandra Sardoni

Eurobersani uno. Pierluigi Bersani in missione a Bruxelles,  non solo per conto di D’Alema aspirante ministro degli esteri europeo, mette bene in chiaro che non è questione di inciucio: “D’Alema è una risorsa, non l’avvicinamento governo-Pd”. Coerentemente Bersani ammette di non averne neppure parlato con Berlusconi, certo tuttavia che il governo sosterrà D’Alema.

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Eurobersani uno. Pierluigi Bersani in missione a Bruxelles,  non solo per conto di D’Alema aspirante ministro degli esteri europeo, mette bene in chiaro che non è questione di inciucio: “D’Alema è una risorsa, non l’avvicinamento governo-Pd”. Coerentemente Bersani ammette di non averne neppure parlato con Berlusconi, certo tuttavia che il governo sosterrà D’Alema. Rassicurante, pare, il colloquio con il presidente degli eurodeputati socialisti e democratici Martin Schulz: D’Alema è in campo, è apprezzato da molti nel gruppo Asde e se dovesse cadere la candidatura del britannico David Miliband, l’ex premier italiano potrebbe avere una chance. Tutto si capirà in pochi giorni, con la firma della Repubblica Ceca al Trattato di Lisbona è ormai certo che il 12 novembre al vertice straordinario saranno prese decisioni. All’unanimità, Schulz lo ha ribadito, l’Asde rivendica il ministro degli esteri e non il presidente del Consiglio europeo.   

Eurobersani due. Il negoziatore pro D’Alema in Europa è Gianni Pittella, vicepresidente del parlamento europeo, anello di congiunzione fra Italianieuropei e l’area bersaniana (che solo qualche settimana fa notava “ma sugli esteri non abbiamo nessuno…”).  Anche Piero Fassino tuttavia, ha speso i suoi buoni rapporti con i leader socialisti per la causa e non perde occasione per ricordarlo. In attesa di mettere a punto la squadra del Pd post W, Bersani gli ha confermato la fiducia come responsabile esteri. Fassino ci tiene molto. E’ chiaro tuttavia  che D’Alema si muove soprattutto da sé. Sa che la sua propensione storicamente poco pro Israel potrebbe essere un ostacolo. Per questo ha voluto che Italianieuropei partecipasse a Washington alla conferenza di J Street, lobby  pro Israel e pro peace voluta 18 mesi fa da Obama come contraltare dell’Aipac, il comitato pro Israel e basta di area neocon.  Il 30 novembre Italianieuropei ha anche in programma una  megaconferenza a Roma sul Mediterraneo, presenti oratori americani e israeliani, temi l’Iran, il Libano e la pace, ça va sans dire.    

Eurobersani tre. Gli eurodeputati italiani del Pd hanno gradito la visita del neosegretario. Debora Serracchiani non c’era, ma l’altro uomo forte della mozione Franceschini David Sassoli ha ringraziato pubblicamente Bersani. Al di là dei convenevoli gli eurodeputati chiedono spazio e ruolo nel partito, in patria. “Lo ha detto Bersani”, osserva Pittella “che non contano le casacche, ma le competenze”. A Roma c’è chi si preoccupa : altri concorrenti nella partita sugli organigrammi della ‘ditta’. Infine un sospiro di sollievo: il rutelliano Susta, vicepresidente dell’Asde non lascerà né il gruppo né il partito. Uno di meno nella pattuglia dell’ex leader della Margherita.        

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Eurobersani quattro. Bersani ha incontrato il commissario europeo Joaquim Almunia. Stefano Fassina, consigliere economico del segretario cui D’Alema ha impedito di candidarsi segretario regionale, spiega che, chez Almunia, il segretario è andato a cercare una parola chiara sulla finanza pubblica italiana. Dati interessanti in vista dell’incontro con Tremonti previsto per oggi, alla Confcommercio, ma poi annullato per malattia del numero uno Sangalli.

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