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Così la crisi economica fiacca anche l'aperitivista più tenace

A questo livello di crisi economica finanziaria borsistica mondiale, anche gli aperitivisti più spendaccioni si staranno chiedendo come conciliare frivolezza e risparmio preventivo.

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A questo livello di crisi economica finanziaria borsistica mondiale, anche gli aperitivisti più spendaccioni si staranno chiedendo come conciliare frivolezza e risparmio preventivo – ché è ormai chiaro che non solo gli ex broker, ma anche tutti i detentori di mutuo a tasso variabile e persino i possessori di case senza mutuo, e finanche i semplici affittuari, ci penseranno due volte prima di spendere venti euro a sera per il doppio giro di vino e/o mojito (la birra non la trattiamo, nonostante la crisi, per quanto sia a buon mercato). L’aperitivista scrivente, dunque, ha raccolto qualche informazione sul campo. Intanto, però, ci tocca sanzionare con una nota di demerito la nota vineria di Corso Garibaldi a Milano (altezza Piccolo teatro, lato opposto) dove, secondo la soffiata di una talpa nordica, il bicchiere di vino è rincarato di cinquanta centesimi, a dispetto del tragico momento. Cinquanta centesimi che pesano sulle tasche vuote dei poveri ex broker che sul Corriere della Sera si sono lamentati di aver dovuto trascorrere, nell’imminenza del crack, un’intera estate nella seconda casa (il viaggio era troppo caro, con buona pace di chi l’estate l’ha passata per intero nella prima, di casa). Quanto a Roma, un paio di sere fa l’aperitivista scrivente si è avventurata per un happy hour di crisi, alla buona e senza fronzoli, lungo la via Casilina vecchia, dall’altro lato del quartiere Pigneto, nel tentativo di trovare il Circolo degli Artisti, locale per bevute non esose e concerti (per l’occasione adibito a teatro di una kermesse a sostegno del Manifesto, anch’esso in crisi economica, come il mondo e come altri giornali). E però: uno può anche volersi adeguare alla crisi e voler prendere aperitivi di crisi laggiù sulla via Casilina, ma – seconda nota di demerito – trovare il Circolo degli artisti senza fare almeno tre inversioni a “U” è impossibile, e ciò non può che fiaccare ulteriormente il morale aperitivistico dei tenutari dei mutui a tasso variabile e dei semplici affittuari (gli ex broker non si avventurano sulla Casilina, per ora). Ci appelliamo, pertanto, se non alle banche centrali, almeno all’assessore alla mobilità del Comune di Roma per una rapida revisione dei (troppi) sensi unici nella zona suddetta.

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