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Regole per l'aperitivo-ombra

Stiamo ancora aspettando la lista del governo Berlusconi III nonché quella dello “shadow cabinet” (governo ombra, ndt) di Walter Veltroni, ma non riusciamo a temporeggiare oltre. E’ venuto il momento di porre la seguente domanda: dove potranno gli elettori del Pd sconfitti, per non parlare di quelli della Sinistra l’Arcobaleno annientata, prendere un sereno aperitivo-ombra, avviando nel contempo un dialogo istituzionale con gli aperitivisti del Pdl?

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Stiamo ancora aspettando la lista del governo Berlusconi III nonché quella dello “shadow cabinet” (governo ombra, ndt) di Walter Veltroni, ma non riusciamo a temporeggiare oltre. E’ venuto il momento di porre la seguente domanda: dove potranno gli elettori del Pd sconfitti, per non parlare di quelli della Sinistra l’Arcobaleno annientata, prendere un sereno aperitivo-ombra, avviando nel contempo un dialogo istituzionale con gli aperitivisti del Pdl? Non vorremmo infatti che i nuovi deputati leghisti, nonché i loro portavoce, arrivassero in massa al caffè Fandango di Piazza di Pietra, dietro il Parlamento – quartier generale dei bertinottiani che furono e di tutti gli Alessandri Baricchi del mondo – e venissero accolti a lanci di uova da fazioni imbizzarrite di ex arcobalenisti senza dimora o di peones del Piddì (assistenti compresi), a eccezion fatta di Marianna Madia, che non ha l’aria da avventore-tipo del Fandango d’epoca prodiana. Vorremmo anche scongiurare l’innalzamento di un muro-ombra tra le due ali della piazza: piddini al Fandango, pidiellini all’adiacente e più milanese (nello stile) Salotto 42, reso moderno da luci verdognole, mattonelle optical e cocktail minimalisti che rendono il suddetto locale appetibile anche per gli amici nordici dell’onorevole e possibile ministro Mara Carfagna. Ci sembra allora che il luogo perfetto per un sereno aperitivo-ombra, da sorseggiare in compagnia degli amici di centrodestra, sia da ricercare lontano dall’arena di Montecitorio, dall’alternativo quartiere San Lorenzo e pure dalla filogovernativa Roma nord. Non resta che:
1 Emigrare a Milano e sbizzarrirsi: il Pdl ha stravinto, tanto più al nord, e nessun aperitivista di centrodestra milanese potrà risentirsi se lo porterete, per punizione, due giorni di seguito alle Colonne a bivaccare con la birra sul muretto.
2 Emigrare in Toscana e provare il “sushi del Chianti” suggeritoci da un amico neosenatore: pare infatti che, nei pressi di Greve in Chianti, il macellaio Dario Cecchini, altrimenti detto “poeta della bistecca”, proponga agli avventori una “tartare di coscia e spalla di manzo battute” annaffiata di Rosso di Montalcino (ci pare tutto alquanto bislacco, ma per un aperitivo-ombra può andare).
3 Restare a Roma e ripiegare sull’anonimo (e carissimo) terrazzone per turisti, attrici e rockstar che risponde al nome di Roof garden dell’Es Hotel (alle brutte, volendo scappare, è vicino alla stazione Termini). Un luogo di passaggio, piacione quanto basta per ridare speranza a chi deve attraversare il deserto dell’opposizione e rassicurante quanto basta per infondere energia a chi si sente all’inizio dell’avventura governativa.

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