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La Svizzera all'Ucraina indirizza ruttini

Andrea Mercenaro

Kyiv? “Che non esageri!”. Gli svizzeri appoggiano, ma insomma, tentennano. Nazione di senza mare che vince la Coppa America con i montanari in perenne girotondo sulle vette di un paese a cucù

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Ieri di nuovo. L’Ucraina? “Che non esageri!”. Gli svizzeri appoggiano, ma insomma, tentennano. Da strozzarli. Bloccano più che possono gli armamenti in transito. Quei russi, d’altra parte, sapesse che cifrette, signora cara, quei monelli di russi. Vecchia Svizzera. Nazione di senza mare che vince la Coppa America con i montanari in perenne girotondo sulle vette di un paese a cucù. Svizzera neutrale, casseforti anticulti che cacano da secoli dollari e talleri al solo costo di una mela bucata da un tal Tell. Svizzera rifugio di al Qaida e di Lucky Luciano, ma pure dei Clinton, dell’Autorità palestinese, dell’arabo col pozzo, del cantante di grido come del mafioso da urlo. Dove il più sordido figlio di puttana custodisce il proprio gruzzolo cifrato in modo non meno elegante di quello del compianto Avvocato. Esatto, del Primo Laureato di Torino,  quello con l’elicottero, l’interno per sé più cento gonzi sulle pale, principe nazionale delle basette mozzafiato e cafonissimo in effigie. Famoso pure, dato che tutto torna, per quella genialata dell’orologio subcamisado. Ah, la sua Svizzera però. Che delinque in doposci, che indirizza ruttini all’Ucraina spaccapalle e ancora non riesce a trovare uno straccio di Saviano che le scriva: “Gruviorra”.

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