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L'orologio che ci manca sul Credit Suisse

Andrea Mercenaro

Sulla cosiddetta "neutralità" non ci esprimiamo. Piuttosto ci interessa il furto subito da un ristoratore milanese di una trentina di orologi eleganti, roba forte

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La cosiddetta “neutralità” della Svizzera non si esprime soltanto nelle banche che ingrassano mentre il resto dell’umanità, bestiale e armata, si spacca le ossa per difendere un’idea di libertà, o un’idea di grandezza, o di volgare dominio, o qualsiasi idea per quanto del cazzo possa risultare ai suoi nemici. La cosiddetta “neutralità” della Svizzera, ribadita, anzi aggravata, riguardo alla questione Ucraina, per quanto comodo possa fare a quasi tutti, produce tanto vomito e tale che eviteremo di occuparcene nonostante l’importanza del tema. Leggiamo invece questo: nella casa di un ristoratore milanese, che si deduce cucini molto bene, nella notte tra martedì e mercoledì scorso notte sono stati rubati una trentina tra Rolex e Patek Philippe. Valore: un milione e mezzo di euri. Cronografi, cronometri, roba elegante, forte, da soprapolsino. E’ che non saprà mai, il più imbecille di noi mangiaspaghetti (Totti è sacro e l’Avvocato è morto), la frazione di secondo esatta in cui ieri è crollato il Credit Suisse.

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