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Orlando: "Non faccio parte del gruppo dirigente del Pd". Ah no?

Andrea Mercenaro

“Non condivido il giudizio positivo sulla Meloni espresso dal gruppo dirigente del Pd, di cui peraltro non faccio parte”.  Ottima la prima tranche, ma la seconda lascia qualche dubbio

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Quando non viene lo straccio di un’idea, anche Andrea Orlando va bene. Due, i pretesti d’occasione: uno per dritto, il secondo di carambola.  Quanto al dritto, Orlando disse: “Non condivido il giudizio positivo sulla Meloni espresso dal gruppo dirigente del Pd, di cui peraltro non faccio parte”.  Ottima prima tranche: ciascuno, sulla signora Meloni, dà il giudizio che gli va. Per ciò che concerne invece il far parte o no del gruppo dirigente del Pd, volentieri si ricorda che Orlando, vicesegretario del Pd medesimo dal 2019 al 2021, fu anche: ministro dell’Ambiente col governo Letta, 2013, ministro della Giustizia col governo Renzi, 2014, di nuovo della Giustizia con quello Gentiloni, 2016, finché, prima d’ora, del Lavoro col governo Draghi, che è ancora fresco. Bon. Venendo quindi alla carambola fungente da pretesto: è notizia di ieri che saranno eliminati dai libri di Road Dahl termini come “grasso”, “brutto”, “piccolo” e addirittura “doppio mento”. Cancel culture, la chiamano. In altri termini, e tornando a Orlando, egli negava di essere a pieno titolo membro della classe dirigente del Pd già sapendo che, la cultura moderna, non ci permetterà mai più di definirlo: “faccia come il culo”.

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