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Italia-Ungheria, un melone ciascuno

Andrea Mercenaro

Euroscettici gli uni e gli altri pure. Due leader per una strada: dagli all’immigrato e dagli forte, se si può. Poi dagli allo stato di diritto e parla d’altro, se appena è concesso

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Ungheria e Italia ieri sera in campo a Budapest. Entrambe le squadre hanno esibito gli stessi colori: bianco rosso e verde. L’Ungheria è nelle mani di un allenatore italiano. Forse cortesia. Euroscettici gli uni, euroscettici gli altri. Orbán e Meloni, due leader per una strada: dagli all’immigrato e dagli forte, se si può. Poi dagli allo stato di diritto e parla d’altro, se appena è concesso. Culo e camicia. Le due compagini sono entrate entrambe in campo senza “libero”, quantunque non per ordine dei rispettivi ministri degli Interni. Al momento. Il coach dell’Italia si chiama Mancini: mezzuccio dolciastro di omaggio agli sconfitti. Ma fa niente. Adesso la partita è finita. Non importano i numeri, il risultato con Orbán era scontato: un melone ciascuno. Più la solita, volgarissima banana per noi, questa volta flambée.

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