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La città dei sogni chiamiamola Mariupol

Andrea Mercenaro

In momenti come questi ci si lasci sognare di abbattere quegli orrendi palazzoni di quei mostruosi quartieri, per fare posto a casette modeste, scomode forse sulle prime, ma a misura più umana

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In momenti difficili come questo, lasciateci lo stesso la possibilità di sognare un domani dove la città non sarà più soffocata da un traffico infernale, dove lo spreco di energia possa ridursi drasticamente, dove l’acqua venga usata con rispetto e attenzione perfino maniacale, dove il consumismo sguaiato possa ridursi al necessario vitale, l’individualismo possa cedere il passo a una maggiore solidarietà col prossimo e possano infine essere abbattuti quegli orrendi palazzoni di quei mostruosi quartieri, per fare posto a casette modeste, scomode forse sulle prime, ma a misura più umana. Dove non esista più nessuno che guadagni 700 volte ciò che guadagna un suo simile e dove la Città Nuova possa scegliersi il nuovo sindaco anche all’estero. Fosse pure in Siberia. Poi magari la chiamiamo Mariupol.

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