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Un Quirinale condiviso, un sogno universale e inconfessato

Andrea Mercenaro

L'uomo solo al comando mai? Bene, eleggiamo i migliori dodici. Tutti. Equilibrio tra avversari, moltiplicazione dei punti di vista condotta a sintesi, roba forte, teorica, capace di fare scuola

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Via, partiti. Dodici, dicono, a scattare dal nastro. Draghi, Mattarella, Amato, Casellati Vien Dall’Alpe, Casini, Franceschini, Cartabia, Belloni, Moratti Vien Dal Pozzo, Gentiloni, Prodi e Veltroni. Dodici. Considerazione principale e condivisa: un uomo solo al comando, mai. Obiezione che già funziona. Draghi il più bravo? Si tenti almeno con uno meno bravo. E’ la democrazia, bellezza, il valore supremo. Solo il confronto tra diverse opinioni e la rappresentanza di interessi in conflitto ne costituisce il sale. Giusto. Ma eleggerli tutti e 12? Si conoscono, vanno a cena, mediano di nascosto, magnano le crostate a turni di tre. Il Quirinale condiviso, allora. Un sogno universale e inconfessato. Equilibrio tra avversari, moltiplicazione dei punti di vista condotta a sintesi, roba forte, teorica, capace di fare scuola. 1009 Grandi elettori per i migliori 12. Osserva, però: i 101 classici, moltiplicati per 12, uguale 1212. Ecco. E dite che non è sfiga.

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