Benjamin Netanyahu lascia il parlamento israeliano (Ansa) 

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Senza Bibi c'è chi si aspetta le fionde al posto di Iron Dome

Andrea Marcenaro

I commentatori progressisti hanno grandi aspettative sulla fine delle ostilità in Israele ora che Netanyahu è stato allontanato. Ma per ora sembra tutto uguale a prima

Adesso che il premier Netanyahu è stato allontanato e che il suo regime dell’apartheid e del razzismo più spietato ha portato finalmente gli arabi al governo di Israele, ogni osservatore internazionale, ogni giornalista di Haaretz e ogni corrispondente della grande stampa progressista occidentale si aspetta che da un momento all’altro venga abbattuta l’infame barriera divisoria con la Cisgiordania, che il sistema Iron Dome venga accantonato, che gli F18 vengano rinchiusi negli hangar e che tutte le armi delle note e decennali reazioni sproporzionate vengano infine sostituite da una enorme commessa di fionde con biglie, ordinata ad una fabbrica del bresciano, più un container di coltellini svizzeri medio-lunghi con forbicine. Questione di proporzioni e questione di lealtà nel conflitto. In tutto il Medio oriente, l’attesa è ovviamente palpabile. Al momento, quantunque un po’ presto forse sia, e per quanto nessuno fornisca un perché, tutto pare però sempre uguale a quando quel porcone di Netanyahu stava al posto suo.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.