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Zagrebelsky spiegato a se stesso

Andrea Mercenaro

È persona accorta, distilla i silenzi. Lo rivorremmo alla ribalta tutti i giorni, a ricordarci cose che solo lui aveva intuito

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Ha rimesso fuori il capino dopo molti mesi e cosa gli hanno fatto? Insultini di sguincio, derisioni con finto garbo, girotondi intorno a un golpe Mattarella-Draghi che lui solo aveva intuito, per quanto col contributo intellettuale del marchese La Manetta. Ha ritirato il capino, così. Male. Gustavo Zagrebelsky è avversario di valore. Litigarci ti arricchisce. Conosce, studia, ama leggere e quando cita sa chi cita. Credo. E’ persona accorta, distilla i silenzi. Meno, se mai, taluni rumori da energumeni che gli esplodono in gola negli stadi dedicati soprattutto alla pallacanestro. Lo rivorremmo alla ribalta tutti i giorni. Ricordo un dialogo con Ezio Mauro in quel libro importante, linguaggio all’altezza, vale a dire esclusivo. Quando Mauro concesse: “Sono d’accordo teco, caro Gustavo”. Testuale. E Zagrebelsky: “Anch’io sono d’accordo meco, ma pure teco”. Suonò memorabile. Che fior di cervello, rischiamo di accantonare. Che monumento alla cultura sarebbe il professor Zagrebelsky, se riuscisse a capire come ciò che crede di aver capito lui solo, tra seco e seco, volendo poi tra seco con un pari seco, potrebbe valere perfino tra il seco stesso e un coglione preso a casoco.

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