(foto Unsplash)

Il monumento a Travaglio

Andrea Marcenaro

Invece di distruggere la statua di Montanelli, onoriamo il suo allievo più bravo. Issandolo sul dito medio di Cattelan

E piantiamola, su, con questa idea balorda di abbattere statue, cancellare storie, sfregiare i ricordi per quello che rappresentano e per il molto o per il poco che valgono. Troviamone di nuovi e di positivi, piuttosto. Usiamo la buona arte per mostrare gli eroi dei nostri tempi. Lasciamo i vecchi dove stanno mentre scegliamo di onorare i nuovi Montanelli, estranei se possibile a quelle brutte storie con dodicenni afro. Dispiace dover ammettere, per dirne una, che il miglior allievo di Montanelli resti Travaglio. Dispiace, ma quel che è vero è vero. Rendiamogli allora omaggio. Omaggio al giornalismo di scuola e nel contempo all’arte. Senza spendere nulla, prendendo due piccioni con una fava, adattando alla nuova virtù quel monumento che a Milano già esiste. Non costa granché, non ci vuole gran sforzo. Basta ficcare il grande allievo di Indro sul gran dito di Cattelan.

  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.