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Il sinistresismo che odia Craxi

Andrea Mercenaro

Il punto di vista dei nuovi progressisti è tale per cui, essendosi Bettino avventurato fuori casa in un sabato notte, e per di più in minigonna, beh, se l’abbiamo stuprato se la sarà cercata, no?

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Il caso di Bettino Craxi resta quello di un leader politico odiato nello stesso modo di trent’anni fa da un sinistresismo (perché che dei Bontempo e delle Meloni si dà per scontato, meno invece per i Guido Crainz di Repubblica) appena forse diminuito nel numero, rimasto però trinariciuto come trent’anni addietro. E nonostante le centomila occasioni palmari per cambiare opinione, o perfino per ribaltarla. Il caso del capo socialista, si stava dicendo, resta una delle rarissime vicende in cui maschi di sinistra e femmine emancipate di sinistra (colpiscono di più queste ultime), occhi di fuori e bavetta alla bocca, hanno mantenuto insieme quel nobilissimo punto di vista secondo cui, essendosi Bettino avventurato fuori casa in un sabato notte, e per di più in minigonna, beh, se l’abbiamo stuprato se la sarà cercata, no?

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