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Una questione di priorità

Andrea Mercenaro

Sull'intervento turco in Libia l'America nicchia, la Nato tace, l'Europa vuole la pace e l'Italia si prende due mesi per poter prima risolvere l'affaire Di Maio-Paragone-Di Battista

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Riassumendo. Erdogan fa votare dai suoi la mozione che decide un intervento militare in Libia per sostenere Serraj contro Haftar. L’8 gennaio incontrerà Putin ad Ankara per cercare di chiudere un patto che imponga il nuovo ruolo di Russia e Turchia sia in Libia che nel Mediterraneo. Non è detto che vada, ma potrebbe. L’embargo Onu sulla vendita di armi alle due fazioni libiche funziona al solito come il due di picche. L’Egitto è allarmatissimo per la sortita turca sull’intervento militare e sta muovendosi con la Grecia per un’ampia iniziativa contro Ankara. Mike Pompeo fa l’elastico, un po' tira e un po' molla. Infatti la Nato tace. L’Europa invoca la pace per via diplomatica e prepara una conferenza a Berlino che potrebbe tenersi a giochi fatti. L’Italia, di cui si racconta che mantenga qualche interesse per il casino libico, si prenderà ancora due mesi massimo per risolvere la questione Di Maio-Paragone-Di Battista, poi però vedrete.

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