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La gogna e Cesare Battisti

Andrea Mercenaro

Ora che il terrorista ha confessato davanti al magistrato la propria colpevolezza dobbiamo cambiare giudizio su Salvini e Bonafede?

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La gogna consisteva in un collare di ferro assicurato a un muro o a un palo, e stretto intorno al collo del condannato, con totale libertà del popolo di infierire sul reo con sputi, insulti, percosse e quant’altro. Il collare di ferro adesso è scomparso, né il popolo può più infierire sul reo con sputi e percosse, anche se, forse forse, con insulti e quant’altro (tutto virtuale, eh) un poco sì. Ma adesso che Battisti ha confessato davanti al magistrato la propria colpevolezza, rivelandosi a tutti per lo stronzo che è, si spera che i rompicoglioni i quali a proposito del suo, diciamo così, spettacolare rientro, avevano parlato di gogna, la smettano di rompere e di citare Beccaria. Ma quale Beccaria e Beccaria. Prendano piuttosto atto. Il ministro Salvini è stato ineccepibile, il ministro Bonafede pure, non s’è notata esibizione alcuna, proprio volendo, se mai, un eccesso di sobrietà, e la civiltà della norma non ha subito traumi. Anzi. Se poi desideriamo fare una cosa più carina ancora, il prossimo che ci ridanno lo squartiamo al Circo Massimo con i cavalli.

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