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Il caso Giulia Sarti, spiegato bene

Andrea Mercenaro

Storia di una ragazza riminese che dal Vaffa Day è diventata presidente di una commissione parlamentare per poi infilarsi in guaio piuttosto grosso

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Spiegata all’osso. Giulia Sarti, ragazza riminese di 33 anni che aveva aderito giovanissima al Movimento Agende Rosse di Salvatore Borsellino, il fratello di Paolo, e innamorata dell’onestà com’era, entra a 21 anni nel Movimento 5 stelle. Promotrice di un Vaffanculo, non l’opzione, il day, si candida due volte per meriti acquisiti a comunali e regionali. Bocciata. Allora alle nazionali, a 27 anni. Eletta. Si ricandida. Rieletta. Onestà, ripete forte lei. Diventa, a 32 anni, presidente della commissione Giustizia della Camera dei Deputati. Spunta una storia di soldi da restituire al popolo, pro quota. Lei si quota e non si quota. Le Iene, trasmissione televisiva ricopiata dall’argentina “Caiga quien caiga”, beccano Giulia nella parte che non si quota. Onestà nei guai. Per uscirne, pensa bene di coprirsi con chi? Con uno del Grande Fratello, trasmissione televisiva mutuata dal George Orwell dello stato totalitario di Oceania. Lui si chiama Casalino. Da sola o insieme a Casalino, questo ancora non si capisce bene, cercano di incularsi l’immigrato Bogdan Tibusche. L’immigrato si para il culo. Forse Salvini si dispiace. Lei si dimette. Il paese si trova orfano del presidente della commissione Giustizia della Camera dei Deputati. Lui le avrebbe parlato. Era da un po’ che voleva parlarle. L’avrebbe redenta. Ma questa è l’Italia finché non c’è Zingaretti.

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