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Riconquistare le periferie coi mobili dei Casamonica

Andrea Mercenaro

Tigri di marmo, leoni di due metri e letti a cuore con piscina incorporata. Fotografie alla grande

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Dopo una breve inchiesta mi risulta questo. Mi risulta che i Casamonica del Quadraro romano, con le villette abusive abbattute infine nel nome dell’onestà, poi magari tà-tà, ma non si può avere tutto dalla vita (sei villette del cazzo, oh, ragazzi, laddove l’abusivismo a Roma, come a Ragusa, o a Barletta, e a Ischia non voglio dire, lì sarà stato Gava, comunque chi intendesse spostare il culo già saprebbe del gigabusivismo targato Pci e PsiuB: Partito comunista italiano, cioè, Più soci inutili di Berlinguer. Riassumendo: la Ditta), in ogni caso risulta, dicevo, che i Casamonica fossero molto attenti al quartiere in cui vivevano. Che conoscessero tutto, rispettassero tutti, aiutassero chi chiedeva, sedassero a modo loro gli esagerati e dessero una mano ai più in difficoltà. Di “Reddito di quartieranza” dei Casamonica sarebbe stupido dire, ma arriviamo al punto. E il punto è il seguente. Che lo Stato, o quantomeno seicento agenti riferibili alla sua periferia centrale, ha verificato, fotografato, quindi trasmesso al cane da guardia della democrazia, vale a dire all’informazione, rivelatasi entusiasta della cosa, tigri di marmo, leoni di due metri e letti a cuore con piscina incorporata. Fotografie alla grande. Cosicché quasi tutta l’Italia ride ora di quei Casamonica che non sembrano esattamente minimalisti. Ecco. Che se non fosse per le periferie da riconquistare, le quali per quegli stessi soprammobili darebbero via il culo. E se una bella crema di intellettuali non ci spiegasse ogni giorno come dovremmo dare via il culo a nostra volta, per riconquistare quelle stesse periferie, potremmo pensare ai Polito e ai Battista come a uno scherzo.

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