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Il ceto riflessivo contro la Raggi

Andrea Mercenaro

Benvenuti al convegno di Firenze. Nel nostro piccolo, stiamo reggendo il moccolo dell’ottimismo a Roma contro il sindaca. Saremo tantissimi e gliele canteremo come merita

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Benvenuti al convegno di Firenze. Nel nostro piccolo, stiamo reggendo il moccolo dell’ottimismo a Roma contro la Raggi. Saremo tantissimi e gliele canteremo come merita. Civili quanto spietati. Tutti più o meno eleganti, alcuni con motivo, taluni meno. Dimmi, ci si domanderà: scorgi tu forse un populista in piazza? Un bottegaro? Uno stagnaro? Un benzinaro? Un cazzaro? Un cafone grillino pentito, giunto fin qui dalla periferia? Sinceramente no. E io nemmeno. Strano. Una piccola fila di autisti, laggiù in basso, si sta sbracando sui cofani. Di sopra, anzi di sotto, poi non troppo sopra la fila degli autisti, sotto comunque al cavallo di Marco Aurelio, staremo in massa noi: il ceto riflessivo. Mediamente riflessivo. Molto numeroso, però. Entusiasta per il successo della manifestazione: la batteremo, ’sta Raggi. Perché non solo a Firenze si celebra la giornata dell’ottimismo. Bon. A mille e cinquecento metri in linea d’aria dal Campidoglio s’erge il Palazzo di Giustizia. La Sindaca è sotto processo per falso. Metti ora che la condannino. Che la seghi la magistratura. Che i Cinque stronzi la eliminino. Che il ceto medio riflessivo resti riflessivo ma al posto della Raggi vada, diciamo, una specie di Davigo. Sarebbe culo, o no?

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