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Buoni motivi per essere ottimisti sul pessimismo

Andrea Mercenaro

Si avvicina per il Foglio il secondo appuntamento a Firenze nel nome dell’Ottimismo. Non mancate

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Si avvicina per il Foglio (insomma, sabato 27 ottobre) il secondo appuntamento a Firenze nel nome dell’Ottimismo. Non mancate. Siate ottimisti. Perché quand’anche la casetta che con tanta fatica avete comprato valesse domani quanto la cuccia del cane. E tornasse la liretta. O quand’anche il ponte di Genova si dovesse ricostruire soltanto in joint venture con la Scala di Milano per il piacere, incontestabile, di regalare buona musica alle famigliole, ma vedi mai agli autisti dei Tir. O se si potesse essere pessimisti sull’ottimismo. Così come ottimisti sul pessimismo, dato che la questione è a piacere. E quando pure la lotta al declinismo dovesse passare sotto le forche caudine del buon senso svanito, perduto, scomparso, anche in tal caso, ridete, ridiamo, spanziamoci dal ridere. Palmare il motivo: capacissimi, quei deficienti gialloverdi, ignoranti come sono, di scrivere nel comunicato definitivo, e attenzione, qui, all’ineleganza delle due elle, che ad averlo preso nel cullo sarebbimo noi.

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