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Adesso che il Foglio chiude, che vuoi che facessimo, Casalino?

Andrea Marcenaro

Che doveremmo fare ce lo dovrebbi chiedere tu a Giggino, che noi la cittadinanza ce l’abbiamo e ci cacasse il reddito lui, che nel patto sta scritto

Adesso che il Foglio chiude, che vuoi che facessimo, Casalino? Ce ne staressimo qua. Ce ne andressimo a travagghiare all’Ilva. Ci leggerebbimo un poco di televisione, accendiamo due libri, chi potesse scopasse, ma che vuoi che faceremmo, Casalino, adesso che il Foglio chiude? E mica tutti a casa del dottor Mainetti ce ne avevamo potuto andare, che quello sai com’è, la pazienza la portasse quando scriveremmo, ma pure quando non scriveremmo la dovesse portare, questa benedetta di pazienza? Poi te com’hai faciuto, Casalì? Ce l’hai domandato a Conte, che il Foglio chiude, o ce l’hai domandata a Giggino? Se ce l’hai domandata a Conte, nun te fida’, Casalì, quello è un’idea. Quello è spirito puro. Quello col tavolino a tre gambe e coi mignoli uniti, lo puoi ascoltare, lo domandassi a Giggino tuo, che lui sicuro se li ricorda, “Certi fantasmi”. 

  

  

Se invece proppio Giggino te l’aveva detto, che il Foglio chiude, proppio lui in persona, allora chiude vero. Ma da capo a dodici, stiamo. Che doveremmo fare ce lo dovrebbi chiedere tu a Giggino stesso, che noi la cittadinanza ce l’abbiamo e ci cacasse il reddito lui, che sta scritto nel patto. Che poi a me, ma questo te l’avessi detto comunque, Casalì, , lo sai cosa mi piacerei, a me, se il Foglio chiude? Mi piacerei due mesi con Di Battista, laggiù nelle Langhe sterminate dell’America. Che vedi un grattacielo, un coccodrillo del Micipisci, o come cazzo si chiama il grande fiume, e vaffanculo Casaleggio, ti scapperesse pure a te. Ne saressi convinto. Quello Junior, oh! Che poi diciamocela, Casalì: se il Foglio chiude è una tragedia. Meterebbiti comodo. E pensarebbiti una sola cosa: chi se la faresse una pippa, se il Foglio chiude? Tombola: il barbaro.

 

Quel là che vi dice: casseula! E voi sulla Cassa depositi e Debiti, vi precivitate. La casseule si beve, Casalì, mica è una banca, diccelo a Tria. E se tu ci avrebbi capacità d’ascolto, credimi Casalì, i piccioli ci dovrebbi dare. La smetteressi di minacciare Merlo. L’ho chiamata, dai. Sul versante economico, la professoressa Fornero non soltanto è d’accordo, m’ha detto pure che vi daresse una mano. Sempre che l’Editore, Dio lo benedica, ci stasse. E quanto ai negri in ingresso, questa considerala una promessa, già m’avevano garantito che allo Sceriffo in carriola, se il Foglio non chiudeva, ci avresse pensasse Cerasa in persona.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.