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Tutti a dire cose brutte su Grasso

Andrea Mercenaro

L’eroe civile che disse di no a Caselli, di no all’antimafia chiodata, che disse di no perfino a Ingroia

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Quando tutti provano a dire cose brutte di Pietro Grasso: che deve dimettersi da presidente del Senato, che dovrebbe cacciare i soldi dovuti al Pd, che è un miracolato, che non vale Saviano, un narciso senza motivo, politico da due di briscola e mezza figura anche da magistrato (quantunque, meno mezza figura di Ayala, no, il vecchio Ayala è imbattibile), poi si potrebbe continuare con le braghette alla Bacigalupo calcio, Palermo, quando quelle del terzino Grasso erano le uniche mutande a rimanere linde dopo una partita nel fango, eccetera, ecco che mi sono dilungato. Quando l’invidia infuria, volevo dire, quando l’italico momento della glorietta ruffiana si esaurisce e il tritacarne parte, è il Grasso opposto che deve tornare in mente alle persone generose. L’eroe civile che disse di no a Caselli, di no all’antimafia chiodata, che disse di no perfino a Ingroia arrivando a proporre, e comprensibilmente, l’unico Berlusconi militante antimafia ricordato dalla storia. Come tipo, già D’Alema sembrava sincero. Grasso, di più.

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