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Consigli a Renzi per un seminazareno

Andrea Mercenaro

Il centrodestra avrà più voti. Ma il problema non è l'accordo da fare dopo, piuttosto il patto da stringere prima

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Rientrando dalla sagra dell’ottimismo. Appunti in treno. Cioè: il problema non è il governo, è come si farà l’opposizione. Non quindi il Nazareno da fare dopo. Che se tocca, tocca. Ma il patto da stringere prima, a volerlo impostare, per fare magari un seminazareno. Avrà più voti il centrodestra, Pisapia, o non Pisapia. Non ci piove. E D’Alema farebbe danno comunque. Renzi resterà il capo del Pd del Sì. Prometterà dunque, in campagna elettorale, che con l’antiberlusconismo (poi antirenzismo mascherato), comunque si è chiuso. Se l’Amor nostro vorrà fare, diciamo, un altro Jobs Act, lui lo voterà. Se la Meloni farà mancare i voti, ce li metterà lui. Lui non girerà per il mondo a dire di somiglianze tra Brunetta e Mugabe. E lascerà che sia Zaia a fottersi Salvini. Salvo opporsi ferocemente a quelle che considererà insopportabili cacate. Non si farà trovare impreparato alla sconfitta, un Renzi che tiene al renzismo. Impedirà, cioè, che i suoi facciano falli da frustrazione come dal ‘94 in poi. Altrettanto, nel caso opposto, farà Brunetta. Che chi ci crede, direte, e torto non avete. E che poi questo sia un sogno, lo so. E’ che il paese non ha altro modo per aiutare me, poi perfino se stesso, a togliersi dai coglioni i grillini. Più quelli tipo Gad.

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