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L'arte dell'abbraccio tra Boschi e Pisapia

Andrea Mercenaro

Il Fatto per commentare l'incontro tra i due ha interpellato Tomaso Montanari

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Per una volta, chapeau. Dato che il Fatto, per commentare quell’avvenimento politico decisivo che è stato l’abbraccio di Pisapia alla Boschi, ha volato alto. Ha interpellato Tomaso Montanari. Il professore. L’accademico di storia dell’arte. Severo con la signora del Pd, questo non si può negare, ma citando almeno Caravaggio e il suo “La buona ventura” (dove la bella zingara-Boschi frega l’anello al giovane ingenuotto-Pisapia, che si è fidato a farsi leggere la mano), nonché il ciclo di Giotto su San Francesco, quindi “La città che sale” di Umberto Boccioni, e il Matrimonio della Vergine, ma altro ancora, e il tutto sempre su, sempre con il linguaggio alto che è poi quello dell’arte. Ciò che produceva il suo bell’effetto, sul giornale-pisciatoio di Duchamp.

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