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L'antisemitismo di Erdogan

Andrea Mercenaro

“Ankara lavorerà con il popolo palestinese per impedire la giudeizzazione di Gerusalemme”, ha detto il presidente turco

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E’ di ieri una notizia che la stampa italiana tratterà di sguincio, quantunque un suo interesse ce l’avrebbe. Recep Tayyp Erdogan, il presidente, chiamiamolo perentorio, della Turchia, il quale appena il giugno scorso aveva ristabilito relazioni diplomatiche con Israele, ha detto che “Ankara lavorerà con il popolo palestinese per impedire la giudeizzazione di Gerusalemme”. Ha proseguito invitando “i musulmani di tutto il mondo a recarsi a visitare in massa la moschea di Al Aqsa (sul monte del Tempio di Gerusalemme, ndr), perché ogni giorno di occupazione rappresenta per noi un insulto”. E ha concluso la sua giornata accusando Israele di “uccidere bambini”. Quisquilie? Può darsi. Ma forse è bene saperle, queste cose, Erdogan è più affine all’Europa di quanto si pensi e si dovrebbe riconsiderarne l’ingresso. Sull’antisemitismo, per dire, qualche sconsiderato lo bollava più indietro della Svezia.

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