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Ecco la vera verità sul virgolettato smentito di Renzi a Panorama

Andrea Mercenaro

Andrea Marcenaro spiega i retroscena dell'intervista all'ex presidente del Consiglio sul settimanale

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Intanto mi piace che si parli di me, che se fosse viva la mia mamma sarebbe contenta. Poi mi piace che Renzi sia venuto a pranzo a casa mia e l’abbia visto il portiere, che finora faceva i salamelecchi soltanto a Fabiano Fabiani. Giornalisticamente parlando, ho appena sottoscritto un appello a favore di Maria Teresa Meli, trascinata in giudizio dal presidente Jacopino per aver scritto che l’Ordine dei giornalisti andrebbe sciolto nell’acido. L’ho firmato con entusiasmo, alla sola condizione che i firmatari tutti s’impegnino affinché la buona intenzione criminale di Maria Teresa non resti semplicemente tale. In quarant’anni di professione obbligata, visto che a trent’anni l’alternativa sarebbe stata il barbonaggio, non ho mai dato una notizia. Mai. Salvo qualcuna, buona, su Di Pietro. Collaboro con Panorama, ringrazio Mulé, il direttore, perché mi paga e si è sempre comportato bene, fatto salvo il carattere di ciascuno. Ho scritto che Renzi mi ha detto che voleva restare in politica a condizione di verificare se aveva il consenso, pardon, i voti. Non che avrebbe lasciato la politica se avesse perso. Senza i voti, manco Nostro Signore ce la fa. Con più voti, perdi o vinci, il tuo senso lo conservi. Manco Lapalisse. Casino. Smentite. Controsmentite. Cazzate. Come la pelle delle palle è la politica, che dove la tiri va. Il giornalismo, peggio. Perciò. I giornalisti sono delle merde, i social pure e comunque, dal mio punto di vista molto stretto, dite pure maniacale, resta il fatto che i peggiori restano i magistrati e Brunetta ha sbagliato mestiere.

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