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Matteo Renzi, mettiti nei panni dei tuoi oppositori

Andrea Mercenaro

Chiedere di abbandonare le certezze storiche della sinistra, i cosiddetti luoghi-comunismi, è senz’altro facile a parole, ma più arduo e doloroso di quanto si creda nonostante tutto

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Si capiscono le polemiche, certo, e ci mancherebbe che no, ma si rivelerebbe utile se Matteo Renzi si ponesse nello stato d’animo di chi capisce i propri oppositori interni. Se rinunciasse a stressarli. Se si rendesse conto, cioè, che chiedere di abbandonare le certezze storiche della sinistra, i cosiddetti luoghi-comunismi, è senz’altro facile a parole, ma più arduo e doloroso di quanto si creda nonostante tutto. Se accettasse, finalmente, l’idea che chiedere ai depositari della Memoria, non solo della Ditta, di andare addirittura oltre la famosa Bad Godesberg per una sognata modernizzazione, comporta lo sforzo quasi disumano di persone, di compagni in carne e ossa, di intellettuali tutt’altro che conservatori, i quali (ricordiamo che era appena il 1977, il resto dell’Europa ce l’aveva dal 1965) non si sono ancora rimessi dalla fatica di aver dovuto accettare la tivù a colori.

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