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E' l'evoluzione, bellezza

Andrea Mercenaro
Nessuna pretesa di dire cose originali. E però. E’ del tutto evidente, spiace per Langone, che gli animali tengono un’anima. Non si capisce, se no, per quale cacchio di motivo il leone nasca, scopi, uccida, magni, riscopi, rinasca, riuccida e rimagni, se dentro di se sentisse che nei secoli dei seco
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Nessuna pretesa di dire cose originali. E però. E’ del tutto evidente, spiace per Langone, che gli animali tengono un’anima. Non si capisce, se no, per quale cacchio di motivo il leone nasca, scopi, uccida, magni, riscopi, rinasca, riuccida e rimagni, se dentro di se sentisse che nei secoli dei secoli sarà sempre la stessa menata. Non è che pensi, avverte. O no, manco avverte,  sa, senza sapere, che uccidi oggi, rimagna domani, vedi mai che io, da leone, diventi scimmia. Nello stesso modo, salta di qua, salta di là, il macaco. Che salta e risalta, e scopa, e riscopa (come lo scimpanzè, il macaco è perfino omo), poi guarda come assomiglia all’uomo, che quasi quasi ride, vedi mai che non diventi un domani dirigente di JP Morgan. Dagli archeobatteri a Talete. Si chiama evoluzione, bellezza, e davvero non potresti farci niente. Non fosse che  Dio, per puntiglio, ha creato Crozza, Scanzi, Grillo, Davigo, la Sarzanini, Brunetta, Salvini, e manco un Rodotà, due.
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