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Il gamberetto della discordia

Giulia Pompili

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In primo piano: i gamberetti della discordia

  

Non si fa che parlare del viaggio asiatico di Donald Trump. Il primo della sua presidenza, il più lungo di un presidente americano da parecchio tempo. Noi però parliamo di cibo. Di gamberetti, in particolare. Perché tutto è politica, soprattutto la cucina. Alla cena di stato offerta dal governo di Seul agli ospiti della Casa Bianca, l'altra sera, il piatto più controverso è quello nella ciotolina in alto a destra della foto qui sopra. Si tratta di un gamberetto pescato al largo delle isole Dokdo, che però in Giappone si chiamano Takeshima.

Le due, piccolissime isole sono contese tra Giappone e Corea del sud, ma si trovano attualmente sotto l'amministrazione sudcoreana, e quindi solo i pescatori sudcoreani possono andare a prendere i gamberetti da quelle parti. 

Il Korea Times ha scritto un editoriale dicendo che i giapponesi sono “cospirazionisti” (leggetelo, è divertentissimo

Alla cena di gala – dove non erano ammessi alcolici perché Trump è astemio – è stata servita una salsa di soia “più antica dell’America stessa”, fatta nel 1657, “l’anno di nascita del padre di Benjamin Franklin”. 

Alla cena c'era pure Lee Yong-soo, 88 anni, una delle poche “donne di conforto” ancora in vita. Tokyo ha protestato anche per la sua presenza alla cena di stato, perché ancora una volta il messaggio del governo di Seul era quello di tornare sulla questione delle donne che – volontariamente o no, non si è ancora capito – sarebbero state sfruttate sessualmente dall'esercito imperiale giapponese durante la guerra. Secondo il ministro degli Esteri di Tokyo, Taro Kono, il suo invito è stato contrario allo “spirito dell'accordo” firmato quasi un anno fa tra Giappone e Corea del sud, che avrebbe dovuto chiudere la faccenda delle “comfort women” una volta e per sempre.

Se vi va di fare una cena un po' meno geopolitica, ecco i piatti della cucina coreana che non potete perdervi (consiglio vivamente il bulgogi e il Bibimbap)

 


 

PENISOLA COREANA

Ma davvero Papa Francesco ha intenzione di risolvere a modo suo la situazione nordcoreana? Su Repubblica di qualche giorno fa si leggeva: Corea e rischio nucleare, la mediazione di Francesco. Per mettere un po' le cose a posto, ci scrive Matteo Matzuzzi, vaticanista del Foglio:

Il discorso pronunciato venerdì mattina dal Papa sulla necessità di provvedere a un progressivo quanto deciso disarmo nucleare s'inserisce nella strategia diplomatica della Santa Sede volta a scongiurare un inasprimento della tensione politica in estremo oriente. Il vertice ospitato in Vaticano non è, come s'era letto qualche settimana fa su diversi organi di stampa, un summit convocato da Francesco per mediare tra Donald Trump e Kim Jong-un. Si trattava, molto più semplicemente, di un simposio internazionale programmato da tempo dal dicastero per lo Sviluppo umano integrale. Di certo, però, il Pontefice ha chiarito l'esigenza di sgomberare il campo da dubbi e ambiguità, sottolineando che “è da condannare con fermezza” anche “la minaccia dell'uso delle armi nucleari”. La Santa Sede non ha alcuna velleità di mediare tra le parti in contesa, ma semmai di proporsi come “facilitatore” delle situazioni ingarbugliate. Molto di questo approccio si deve alla rinnovata verve della diplomazia vaticana, oggi guidata dal cardinale Pietro Parolin, “prodotto” casaroliano e tra i massimi conoscitori della realtà asiatica. Fu lui, dieci anni fa, a lavorare alla Lettera ai cattolici cinesi di Benedetto XVI, nonché a negoziare con successo l'intesa tra Roma e il Vietnam.

Pyongyang è abbastanza quieta in questo periodo. Siamo a più di un mese di assenza di test, missilistici o nucleari, e quindi iniziano le ipotesi più apocalittiche, tra le quali “forse stanno preparando la Bomba nucleare del Pacifico”. La risposta, forse, arriverà dopo che Donald Trump sarà tornato nella sua parte di mondo. Per ora, la cosa più rilevante della settimana è che alle Hawaii inizieranno le esercitazioni contro un attacco nucleare

   

Nel frattempo: l'incredibile storia dell'ambasciata nordcoreana a Islamabad, che molto probabilmente era usata come base per il contrabbando di alcolici

 

Come aveva anticipato Katane la scorsa settimana, tutti gli occhi adesso sono puntati su Kim Han-sol, il figlio di Kim Jong-nam e quindi nipote del leader nordcoreano. E' lui la “speranza” cinese per un regime change? Ma dov'è? E cosa sta facendo? 

  

Un'altra storia notevole è quella dell'omicidio di Kim Jong-nam, che è avvenuto all'aeroporto di Kuala Lumpur. Dal processo che si sta svolgendo in Malaysia contro le uniche due imputate escono fuori parecchi dettagli utili. Qui lo racconta Antonio Talia. 

 

Roba di spie. Per esempio: cosa diranno gli agenti segreti a Kim Jong-un riguardo alle intenzioni di Donald Trump? 

  

La Big Armada sta davvero arrivando nelle acque della penisola coreana. 

  

Pyeongtaek, una sessantina di chilometri a sud di Seul. La U.S. Army Garrison Humphreys è la base militare americana all'estero più grande. La racconta Jon Letman in un lunghissimo reportage sul Diplomat 

  

In Corea del sud si parla moltissimo di un pedofilo, arrestato nel 2008, che potrebbe essere rilasciato. Un pedofilo è un conto, ma nella società coreana pure le coppie che hanno una considerevole differenza d'età sono considerate male.

  

Nella guerra ai brevetti tra Apple e Samsung – il cosiddetto “ministero dell'Economia” sudcoreano – ha vinto Apple.

  

Kakao, l'azienda che gestisce, tra le altre cose, l'applicazione tutta sudcoreana di messaggistica, sta investendo molto sull'intelligenza artificiale. 


GIAPPONE

  

Sul Trans Pacific Partnership c'è un po' di caos. All'Apec, il Giappone ha detto che gli undici paesi rimasti, tutti tranne l'America insomma, hanno raggiunto un accordo di massima. Il Canada ha risposto: aehm, non è vero.

  

Intanto l'indice Nikkei in settimana ha toccato i massimi dal 1992.

  

Ricordate il Kibo no To, il partito che avrebbe dovuto affossare il Partito liberal democratico di Abe? Ha eletto un co-leader, che è Yuichiro Tamaki, che affiancherà l'impegnatissima Yuriko Koike, governatrice di Tokyo.

  

Un giornalista dell'Asahi shinbun è stato arrestato perché sospettato di filmare quel che c'è sotto alle gonne delle donne sulla linea Jr Yamanote. 

  

Sono state identificate tutte e nove le vittime del serial killer della prefettura di Kanagawa. 

    

La città di Kawasaki si è dotata di un codice di condotta affinché le sale pubbliche non siano a rischio di hate speech. 

  

Mi scrive un affezionato lettore di Katane, Antonio, per segnalarmi un lungo pezzo dell'Atlantic sul Giappone, il paese dove, se vuoi, puoi affittare qualunque cosa

  

Tredici milioni di persone, una grande tradizione di musica, soprattutto indipendente. Finalmente Metropolis ha fatto una bella guida dei negozi di dischi di Tokyo, divisi per generi. Nat records, a Shinjuku, è una specie di tempio della musica rock e punk giapponese. Lo gestisce il guru Masanobu Itagaki (seguitelo su Instagram, è un personaggio).

   


CINA

  

Com'è andata con Trump a Pechino? Qua e là arrivano segnali contrastanti, non sempre facilmente interpretabili. Ci affidiamo a Michele Geraci, capo del programma sull’economica cinese della Nottingham University Business School of China, che da Shanghai dice:

“Il viaggio del Presidente Trump in Asia sarà l’occasione per il faccia a faccia con il leader cinese Xi Jinping. Chi ne uscirà vincente? La storia lo dirà, ma è già chiaro chi ne uscirà sconfitta: l’Europa. Purtroppo il Vecchio Continente è ormai destinato a giocare un ruolo marginale nello scacchiere mondiale, ma dai nuovi rapporti di forza potrebbero essere opportunità per l'Italia, ma bisogna fare presto”. Nelle ultime ore, spiega Geraci, si parla di accordi sul gas, su Boeing (magari già discussi prima, ma ripresi adesso tatticamente da Trump); sugli investimenti cinesi, Trump cerca di aprire, ma viene colpito dall'ostruzionismo interno americano. Insomma, una bella partita a scacchi tra Trump e Xi ma anche tra Trump e il resto dell’America.

E in effetti, sembra che il tycoon sia stato “ipnotizzato” dalla fanfara con cui Xi l'ha accolto.

   

La storia dell'ultimo giornalista americano che ha potuto rivolgere una domanda al presidente cinese Xi Jinping. Mark Landler ha chiesto durante la conferenza stampa Obama-Xi: “Did he view Mr. Obama’s Asia pivot as a threat to China? And would China ease its refusal to give visas to correspondents in light of a broader visa agreement it had just signed with the United States?”. 

  

Per tutto il resto, vi invito sempre ad ascoltare il podcast di Messetti e Pieranni “Risciò”. Esce ogni lunedì, e qui c'è la puntata sul post-Congresso.

   

Per spiegare l'intricata vicenda dell'attrice “Vicki” Zhao Wei (protagonista della serie tv “My Fair Princess”) e del marito, devo ricorrere alla bacheca Facebook di Andrea Pira: “La Consob cinese ha interdetto per cinque anni l'attrice Zhao Wei e il marito Huang Youlong per aver ingannato il mercato annunciando l'acquisizione di uno studio d'animazione, senza avere le risorse necessarie per l'operazione. Lo scorso dicembre la società di Zhao, la Longwei Culture & Media, si era detta pronta a investire 3 miliardi di yuan. A febbraio, dopo una lettera dei regolatori che chiedevano maggiori informazioni e il no delle banche a finanziare l'operazione, avevano fatto un passo indietro”. E' un bel casino.

  

Aspettatevi sempre più cartoni animati della Disney Cina-friendly, qui il perché. 

  

A Shenzen, nel sud della Cina, una maxi operazione contro la criminalità organizzata durante un matrimonio è finita con 140 arrestati.

   

Una bella e lunga inchiesta sui rapporti tra Cina e Italia la sta scrivendo, a puntate, il Giornale dell'Architettura. “Mentre le merci cinesi invadevano i mercati esteri, la Cina ha importato progetti di architettura e modelli urbani, offrendo ai grandi studi internazionali commesse e grandi libertà espressive”. Ecco perché il soft power cinese funziona. Qui c'è tutto.

  

Appuntamenti: mercoledì 15 novembre presso l’Auditorium della Fondazione Cariplo, a Milano, c'è la sesta edizione del Forum Internazionalizzazione del Made in Italy, organizzato da Messe Frankfurt in collaborazione con Elle Decor Italia e con la Fondazione Italia Cina. Le opportunità per le nostre pmi ci sono, bisogna saperle cogliere (info su www.fimi.messefrankfurt.it).

  


  

ALTRE COSE

 

CAMBOGIA. La situazione si fa sempre più complicata per il primo ministro Hun Sen, e la comunità internazionale inizia a capire che nella giovane democrazia asiatica qualcosa ha iniziato a non funzionare bene. Hun Sen ha fatto fuori l'opposizione con metodi poco ortodossi. A luglio ci saranno le nuove elezioni, e ieri dall'Apec il primo ministro ha detto, in sostanza: chissenefrega se i paesi stranieri pensano che siano elezioni farsa.

Intanto: sapete chi è che fa il riso migliore del mondo? Non è la Cina. Il primo posto del World's Best Rice se lo contendono ogni anno Thailandia e Cambogia, ma da un po' di anni continua a vincere la Thailandia. Secondo i cambogiani del settore, è colpa del tipo di business

  

INDONESIA. Secondo un sondaggio della fondazione Mata Air, pubblicato la scorsa settimana, tra gli studenti di liceo e università, uno su cinque supporta la creazione di un califfato islamico in Indonesia: “Vuol dire che gli insegnamenti radicali sono già entrati nelle istituzioni scolastiche”, scrivono

La figlia di Joko Widodo, il presidente indonesiano, si è sposata. Prendetevi qualche minuto e guardate le fotografie del matrimonio, perché sono pazzesche e coloratissime. La cerimonia si è svolta con rito giavanese, processione, bagno cerimoniale e benedizioni varie incluse. 

    

FILIPPINE. Per i magistrati filippini che indagano sulla morte di Padre Tentorio, ucciso in un agguato nell'ottobre del 2011 ad Arakan, nelle Filippine, il missionario italiano fu ucciso da un commando militare governativo

"Quando ero adolescente, entravo e uscivo di prigione, una rissa di qua, una rissa di là […] A soli sedici anni avevo già ucciso qualcuno. Una persona vera, una rissa, una coltellata. Avevo solo 16 anni. E' bastato uno sguardo. Pensate che mi ci voglia molto di più ora che sono presidente?”. Danang, 9 novembre 2017. A pronunciare queste parole non è uno degli Spada ma il presidente filippino Rodrigo Duterte, dal summit Apec che si sta svolgendo in Vietnam. Oggi Duterte incontrerà a tu per tu il suo omologo americano Trump. 

Nella classifica della Banca Mondiale sul gender gap, esce fuori un dato curioso. Il miglior luogo per vivere se sei una donna, in Asia, è nelle Filippine.

 


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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.