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Roy Lichtenstein e la Pop Art Americana, le foto di Willy Ronis

Luca Fiore

A Mamiano di Traversetolo e a Venezia due mostre da non perdere nel weekend

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Quando se ne parla, occorrerebbe ricordarsi con quale smorfia Roberto Longhi pronuncia l’espressione “Pop art” il giorno della scomparsa di Giorgio Morandi nel 1964. Misura la distanza tra due mondi: quello di chi l’assoluto l’ha cercato gettandosi negli abissi e quello di chi l’ha voluto stanare in superficie. Anche Roy Lichtenstein, senza darlo troppo a vedere, insegue qualcosa di importante. Inventa tanto, non tutto gli riesce. Usa la cultura popolare finendo, senza rimpianti, per farsi usare. Lasciandoci il dubbio se il “pop” fosse il fine o soltanto il mezzo.

Mamiano di Traversetolo (Parma), Fondazione Magnani Rocca. “Roy Lichtenstein e la Pop Art Americana”. Dall’8 settembre al 9 dicembre

info: magnanirocca.it

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C’è in lui qualcosa in più che in Doisneau e qualcosa in meno che in Cartier-Bresson. Willy Ronis è uno degli autori simbolo del fotoreportage umanistico. Dai suoi scatti emerge una simpatia per il genere umano che si fatica a trovare tra gli altri suoi colleghi, tutti presi a denunciare i mali del mondo. Ma se dovessimo scegliere una sola delle sue immagini, non avremmo dubbi: la moglie nuda, di spalle, piegata su una vecchia toilette di campagna mentre si lava nel loro cottage provenzale. Una venere di Rembrandt. “Fermati!”, disse. E corse a prendere la Rolleiflex. A Venezia, tra le 120 stampe vintage, la potrete vedere.

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Venezia, Casa Tre Oci. “Willy Ronis. Fotografie 1934-1988”. Dal 6 settembre al 6 gennaio

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info: treoci.org

 

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