Donald Trump con la moglie Melania (foto LaPresse)

Bicchieri per Trump

Edoardo Narduzzi

Cosa cambia per l’export del vino italiano nel mondo?

Donald Trump non vuole perdere tempo. Firma decreti esecutivi a getto continuo per segnare con chiarezza che il contesto dell’ambientalismo e del free trade occidentale è entrato in una fase nuova con la sua elezione alla Casa Bianca. Mandato in soffitta l’accordo sul libero scambio denominato TPP che doveva rendere più agevoli gli scambi commerciali transatlantici e via libera alla costruzione del muro al confine del Messico per bloccare, meglio contenere, l’immigrazione clandestina. Il buonismo europeo, che non conosce più le frontiere tra stati nazionali e non concepisce possibili limiti alla lievitazione delle normative ambientali, è preso in totale contropiede dal nuovo presidente americano. E cosa cambia per l’export del vino italiano nel mondo? Lo scambio verso gli Usa non dovrebbe subire contraccolpi, anche perché a Trump piace molto mangiare e bere made in Italy, mentre l’eliminazione delle sanzioni verso la Russia di Vladimir Putin è oggi più probabile.

Una decisione in grado di riaprire un mercato di esportazione praticamente congelato nell’ultimo biennio per l’enologia italiana che per quantità e valore, soprattutto a Mosca, è importante. La volontà di Trump di voltare pagina nelle relazioni politiche con la Russia è stata già anticipata più volte negli ultimi giorni e potrebbe presto portare la vendemmia. Ma il nuovo scenario del commercio internazionale non deve far dormire sonno tranquilli alle aziende vitivinicole italiane. Gli Usa by Trump sono in vorticoso movimento e una decisione restrittiva che impatti anche l’export delle etichette italiane appartiene alla distribuzione delle probabilità che non distano due o tre deviazioni standard dal valore normale. Nessun dorma, nella stagione di Donald al volante della Casa Bianca.

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